Parlamentino

Alassio, via libera dal Consiglio comunale al bilancio: bagarre sulle partecipate

Destino ancora incerto sulle partecipate alassine. Minoranza critica sul bilancio: "Pressione fiscale troppo alta"

consiglio comunale alassio

Alassio. E’ stato approvato questa mattina dal Consiglio comunale alassino il bilancio consuntivo 2016: 9 i voti a favore, la maggioranza, e 5 quelli contrari (la minoranza). Il provvedimento sul rendiconto economico è stato adottato non senza scontri e polemiche, anche se il sindaco Enzo Canepa si dice soddisfatto: “Esprimo apprezzamento per l’approvazione del bilancio. Abbiamo dimostrato con i fatti di essere un Comune in salute” ha detto il primo cittadino alassino.

“Nonostante i tagli, le difficoltà in cui versano gli enti locali e i minori trasferimenti, in questi anni mai abbiamo aumentato la pressione fiscale, ma anzi ridotto ove possibile: oltre alle agevolazioni di legge, ci siamo impegnati per introdurre ulteriori sgravi, in favore dei cittadini e degli utenti” ha aggiunto Canepa.

Di diverso avviso la minoranza, che ha votato contro: “In realtà esisteva una situazione di plusvalenze tale da poter ridurre la pressione fiscale su cittadini e attività economiche ma così non è stato, in barba alle promesse elettorali sviscerate dal sindaco Canepa” ha evidenziato il consigliere Angelo Galtieri.

“Si poteva evitare di tartassare gli alassini come è avvenuto in questi anni, così come sprigionare più risorse per interventi sulla città, cosa che non si è fatta ed è sotto gli occhi di tutti”.

E lo scontro tra maggioranza e minoranza è proseguito anche sulla pratica delle società partecipate alassine, da tempo al centro della bagarre politica: prima la vicenda della Gesco, ora l’adeguamento alla legge nazionale che prevede un massimo di 70% di quota pubblica, con un 30% per i privati. Per la Marina di Alassio, ad esempio, si tratta di immettere sul mercato un 10% di quote, “ma si attende una valutazione della società, così come chiarezza rispetto all’operazione” ha sottolineato Galtieri.

Infine la Sca, la società dell’acquedotto, in teoria destinata a morire in relazione alla presenza di Ponente Acque per la gestione della depurazione, nell’ambito del collegamento della città del Muretto con l’impianto consortile. Inoltre, a dare ancora maggiore incertezza, il destino del terzo Ato idrico per il ponente savonese, ritenuto non legittimo dalla Corte Costituzionale: “Siamo in attesa di comunicazione ufficiali dalla Regione per capire come muoverci” ha dichiarato il sindaco Canepa.

Alla fine, via libera alla pratica sulle partecipate (con gli interrogativi che restano), con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione dei gruppi di opposizione, che hanno chiesto maggiori approfondimenti e certezze.

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