Savona. “Regionale 11270”, un numero che assomiglia al codice pin del bancomat o al codice per sbloccare il telefono. Un numero sconosciuto ai più, ma non ai pendolari che al pomeriggio ci salgono sopra per tornare a casa dopo una giornata di lavoro partendo alle 17,32 da Sestri Levante o più probabilmente alle 18,48 da Principe. Il treno arriva a Savona e finisce la corsa a Mongrifone alle 19.50.
Si ferma praticamente ovunque, anche nelle stazioni più piccole. Servizio pendolari assicurato, ma forse anche da migliorare. Perché? Lo invocano da tempo proprio gli habitué dell’11270. Le lamentele, per non parlare di proteste, si sprecano. Questa è l’ultima segnalazione arrivata alla nostra redazione e non è l’unica: “Per l’ennesima volta si viaggia senza aria condizionata. Sono sul treno 11270 e la situazione è insostenibile. Ci dicono di cambiare carrozza ma possibile che si debba scegliere tra morire di caldo o fare un’ora di treno in piedi? Pago quasi 700 euro all’anno”.
Utenti che viaggiano sulla stessa tratta e sullo stesso treno raccontano di viaggi insopportabili a bordo di carrozze dove sotto il sole, seduti sui sedili col ventaglio a portata di mano, si boccheggia da Genova a Savona per quasi un’ora. Gli utenti si lamentano e il Comitato pendolari del ponente raccoglie tutto in un dossier pronto ad essere spedito sotto la Lanterna. “Segnalazioni su segnalazioni che finiscono sulla scrivania dei dirigenti e funzionari della direzione compartimentale di Trenitalia nella speranza che qualcosa davvero si possa risolvere – dice Sebastiano Lopes, storico portavoce del Comitato – Noi siamo in prima linea e non indietreggiamo neppure di un millimetro. I doveri sono quelli di garantire un servizio almeno discreto, i diritti dei viaggiatori sono quelli che questi servizi siano rispettati”.