Regione. “Per alimentare la propria consacrazione politica Toti apre il portafogli ma lo fa utilizzando i soldi dei liguri. E così è stato anche per lo stand sull’oliva Taggiasca al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, costato 80mila euro di soldi pubblici. Probabilmente senza quest’escamotage al governatore sarebbe toccato restare a casa”. A sferrare l’attacco al presidente della Regione Liguria sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Raffaella Paita, Sergio Rossetti e Giovanni Lunardon.
“Adesso Toti dovrebbe spiegare ai cittadini cosa c’entra la promozione delle olive liguri con la kermesse di Comunione e Liberazione – criticano – È chiaro che più che a promuovere quest’importante prodotto della nostra terra (alla cui diffusione teniamo moltissimo, tanto che preferiremmo fosse pubblicizzato in modo più efficace nelle molte fiere di settore e non all’appuntamento organizzato da Comunione e Liberazione, che si occupa di tutt’altro) il governatore ha tentato di pubblicizzare se stesso. Come sempre, del resto”.
“Il fatto poi che Toti abbia utilizzato, per pagarsi la partecipazione al Meeting, i soldi di Liguria Digitale, trasformata dalla sua Giunta in un vero e proprio bancomat, è un fatto piuttosto grave che siamo sicuri non passerà inosservato – rincarano la dose di polemica gli esponenti democratici – Toti è ossessionato dalla promozione della sua immagine come leader nazionale del centrodestra e, visto che presumiamo abbia esaurito i fondi regionali destinati alla comunicazione, ha deciso di superare quel tetto utilizzando proprio l’azienda informatica della Regione, che sta facendo di tutto tranne che portare a termine la propria mission”.
“Da settimane, dopo l’affaire red carpet (ma non solo quello), attendiamo delle risposte dalla Giunta sull’operato di Liguria Digitale. Per ora Toti e la sua maggioranza si sono trincerati dietro un silenzio assordante”, concludono i consiglieri del PD.