Loano. “Mirco dei Bee Hive? In realtà sono io: sono come Superman e Clark Kent, mi si riconosce solo quando metto la parrucca col ciuffo rosso altrimenti sono in incognito”. Una battuta dietro l’altra, ma anche una volgarità “politically incorrect” dietro l’altra come loro consuetudine: così i Gem Boy si presentano alla città di Loano durante il “Meet & Greet” all’Ocean Bay Club, nella Marina, a poche ore dal concerto che li vedrà calcare il palco del Giardino del Principe di Loano insieme a una delle star più amate dagli italiani di almeno due generazioni, Cristina D’Avena.
La “voce” dei cartoni animati della nostra infanzia, insieme a quella delle canzoni più goliardiche (e, perché no, scurrili) della nostra adolescenza e carriera universitaria (e, in qualche caso, anche oltre) duetteranno dunque questa sera in un concerto che si preannuncia un grande successo. Tutto fondato proprio su questo dualismo: da una parte lei, l’angelica voce che ci riporta agli anni più belli della spensieratezza, dall’altra la band bolognese approvata anche a Colorado e diventata celebre a furia di dissacrare ogni cosa e ogni personaggio.
Il “matrimonio”, racconta il cantante della band Carlo Sagradini (in arte CarlettoFX), è nato quasi per caso: “Abitando nella stessa città ci siamo incontrati più volte. Lei ci conosceva già, non avevamo una buona reputazione ma facendole le carezze nei punti giusti anche lei si è sciolta e alla fine si è lasciata convincere…”.
Un matrimonio che d’altronde era scritto nelle stelle, visto che ancora oggi il successo più celebre dei Gem Boy è quella “Orgia Cartoon”, medley delle sigle dei cartoni animati più famosi, che tutti i tardoadolescenti cantavano a squarciagola alla fine degli anni ’90. Un’ode al turpiloquio e alla follia, in cui Mila e Shiro si dedicavano alla prostituzione, Lady Oscar diventava un’icona omosessuale e Candy era una ninfomane. Un “sacrilegio” che, molti anni dopo, ha portato all’impensabile connubio tra chi quelle sigle le cantava e chi le storpiava.
Anche se i leader della band, fedeli ai loro “personaggi”, badano subito a distruggere qualsiasi impressione “romantica”: “Diciamo che comunque l’elemento vincolante è stato l’euro – taglia corto il fonico del gruppo Michele Romagnoli, chiamato ‘lo Sdrushi’ – ha risolto tutti i problemi”. Mentre Carletto è ancora più categorico: “Se mi tr**bo Cristina D’Avena? Una volta, ora posso permettermi di meglio e vado con le più giovani”.
Questa sera alle 21.30 lo show, dunque. La serata si annuncia esplosiva, l’obiettivo degli artisti è far scatenare il pubblico loanese con un nuovo show: nuovo look, nuova scaletta, nuove gag. La cantante più amata da generazioni di bambini e la pungente band bolognese non deluderanno il pubblico regalando due ore di spettacolo con le storiche sigle dei cartoni animati: da “La canzone dei Puffi” al “Il walzer del moscerino”, da “Kiss me Licia” a “Occhi di gatto”. Un concerto in cui da un lato la band si modererà (o almeno tenterà di farlo), e dall’altro Cristina mostrerà un lato di sé meno conosciuto: “Quando abbiamo deciso di unirci abbiamo provato, ha visto che la Cristina ‘fatina’ funzionava meno che la Cristina ‘sexy’ che veniva presa in giro da noi, e ha capito” afferma Carletto.
“Ovviamente la parte seria dello spettacolo è lei, ma solo visivamente – rivela il cantante – in realtà senza di noi lei si perderebbe in un bicchier d’acqua quindi siamo noi che fingendo di essere stupidi siamo seriamente stupidi”. Che significa? “Che anche dietro uno stupido c’è un professionista – conclude Carletto – altrimenti come puoi diventare un grande stupido?”.