Borghetto Santo Spirito. “Come candidato sindaco della lista ‘In Cammino’ il 30 maggio ho incontrato il commissario straordinario Fabrizia Triolo per conoscere i numeri esatti della condizione economico-finanziaria del nostro Comune. I miei avversari Canepa e Villa non hanno ritenuto di farlo: ne prendiamo atti e ritengo doveroso darne informazione ai miei concittadini”.
Non si placa il duello a distanza tra Giancarlo Maritano e Giancarlo Canepa, due dei tre sfidanti alle imminenti elezioni amministrative per la carica di sindaco di Borghetto. Dopo due giorni di querelle mediatica tra i due, a sferrare il nuovo attacco è ancora Maritano: “Mentre Canepa era seriamente preoccupato di una mia eventuale ascesa alla carica di sindaco, il debito del nostro Comune lievitava da circa u milione di euro a circa 1 milione e 660 mila, grazie alle capacità amministrative di un ufficio contabile in evidente stato confusionale e del dr. Cagnino, ultimo e non certamente compianto assessore al bilancio della amministrazione Gandolfo. Cagnino poco tempo fa scriveva su internet ‘io voto per Giancarlo quello vero’, cioè Canepa: una affermazione tanto ridicola quando patetica, purtroppo per questi mari quanti pesci nuotano!”.
Maritano si concentra anche sul concetto di “trasparenza”: “Canepa ha affermato di voler sostituire gli infissi e le porte del nostro municipio per renderlo il più possibile trasparente (peraltro senza indicare, con questo bilancio, dove troverebbe i finanziamenti): probabilmente per lui la trasparenza è solo un fatto estetico. Per me invece è un problema di competenza amministrativa (non si fa l’assessore al Bilancio senza prevedere, seguendo il comportamento del buon padre di famiglia, una riserva di bilancio che consenta di far fronte a contenziosi prossimi a sentenza, verosimilmente negativa – come poi è stata – per il Comune), di coscienza civica (non si siede in consiglio comunale ed in giunta quando esistono dei conflitti di interessi per la professione che si esercita nel settore edilizio) e di deontologia professionale (sarebbe opportuno che un dipendente comunale, pagato dai contribuenti, assumesse, soprattutto in questi momenti, un comportamento equidistante ed obiettivo, ma mi rendo conto che se uno la deontologia professionale non la conosce, non se la può dare)”.
“E così – insiste Maritano – è nata in ambienti comunali la voce che sarei antipatico. Se per antipatico si intende persona non manovrabile, che in modo diretto guarda al cuore dei problemi ricercando la verità e che non adula i suoi interlocutori dicendo loro quello che vorrebbero sentirsi dire, allora sono certamente antipatico“.
“Certamente non sono né un populista né tantomeno un demagogo – conclude – ho solo presentato la lista autonoma ‘In Cammino’ con un programma ben definito per cercare di risolvere i problemi del mio paese (che è la nostra piccola ‘patria’, dove hanno vissuto i miei nonni ed i miei genitori e dove spero che, nella tolleranza, vivano i miei figli ed i miei nipoti). Chiedo solo che i miei concittadini la giudichino al momento del voto”.





