Avvertimento?

Raid contro la “Ligurblock” di Rolando Fazzari: macchinari danneggiati e scatta petizione online

Il titolare della ditta punta il dito contro l'ndrangheta e su Internet è partita una raccolta firme per sostenerlo

Toirano. Porte scassinate, oggetti rubati e macchinari pesantemente danneggiati. E’ questo lo scenario che Rolando Fazzari, titolare della Ligurblock di Toirano, ieri si è trovato davanti entrando nella sua azienda. Qualcuno, probabilmente nella notte, è entrato nello stabilimento e ha compiuto questo raid.

Un gesto che, visto l’impegno di Fazzari contro la ‘ndrangheta, è stato letto ed interpretato come un avvertimento. A rendere noto quanto successo è stato lo stesso titolare della Ligurblock che, attraverso il suo profilo Facebook, ha puntato il dito contro gli autori dei danneggiamenti: “Quello che avete fatto nel mio stabilimento vi qualifica per quello che siete. Andate di notte come i miserabili che siete a fare dispetti, vigliacchi, infami, falliti della vita”.

“I grandi ‘ndranghetisti sono capaci ad andare di notte a fare dispetti contro dei macchinari. Questo vale per i politicanti che dicono che l’ndrangheta non esiste” accusa Fazzari sempre da Facebook. Tra l’altro l’azienda di Fazzari stava già affrontando un periodo di difficoltà perché, a causa di una frana sulla strada che porta allo stabilimento, l’attività, di fatto, è bloccata.

Proprio in queste ore, in Rete, sulla piattaforma Change.org, è stata attivata anche una petizione online indirizzata al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti per sostenere Rolando Fazzari.

“Come Lei certamente sa, la Liguria è diventata la regione in cui la ‘ndrangheta sta avanzando con maggiore velocità e le inchieste sui sub-appalti del Terzo Valico hanno evidenziato il ruolo centrale, svolto anche in questa vicenda, dal clan Gullace-Raso-Albanese, uno dei più sanguinari. Bene in provincia di Savona, a Balestrino, c’è un imprenditore, Rolando Fazzari, che si è opposto sin da ragazzo alla logica delle cosche, prima ribellandosi al padre Francesco Fazzari, contiguo al clan Gullace, poi testimoniando sui vari omicidi. Rolando Fazzari ha pagato un prezzo durissimo per questa scelta. La sua azienda, che produce mattonelle per l’edilizia, sorge all’interno di una cava, oggi sotto sequestro giudiziario. Per diversi anni Rolando ha sollecitato inutilmente l’intervento degli enti locali (la Regione Liguria e il Comune di Balestrino) perché il fronte di cava venisse messo in sicurezza dai gestori, senza ottenere alcun risultato. Quando si è offerto di fare lui il lavoro, a sue spese, il comune di Balestrino gli ha negato il permesso, sino a che non si è arrivati alla catastrofe. Il 31 ottobre del 2012 suo figlio Gabriele, 18 anni, è stato sepolto e ucciso da una frana, mentre manovrava un escavatore” si legge nella petizione su Change.org lanciata dal giornalista Mimmo Lombezzi.

“Nel novembre 2016 una delle tante alluvioni che hanno colpito la Liguria ha sconvolto la strada sterrata che dalla provinciale porta alla cava di Gullace e all’azienda di Fazzari, che ora è paralizzata da 5 mesi perché i camion non possono né salire né scendere. Il comune di Balestrino ha chiesto 120.000 alla Regione per riparare la strada, che serve anche alla manutenzione dell’acquedotto, ma ricevuti 108.000 euro dalla Protezione Civile, ne ha spesi solo 18000 per un intervento che sarebbe generoso definire ‘palliativo’ e che verrà spazzato via dalle prime piogge. Se, a causa delle condizioni della strada, Fazzari andrà in fallimento, non avrà neanche più i mezzi per portare avanti la sua battaglia per rendere giustizia a suo figlio. Di fronte alla ‘timidezza’, passata e presente degli enti locali, Le chiediamo, Presidente, di intervenire per evitare che l’unico imprenditore che si è opposto alla criminalità organizzata in Liguria sia costretto a fallire. Rolando Fazzari non si è lasciato sopraffare dalla paura. E’ giunta l’ora che lo facciano anche le istituzioni. Basta che una dia l’esempio alle altre” conclude la lettera per Toti.

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