Roccavignale. L’obiettivo è storico: realizzare nuovamente una maestosa vigna di 11 mila piante di Granaccia.
E così Roccavignale ripercorre la sua storia di 1019 anni quando era una terra di vigneti che però nel tempo sono stati gradualmente abbandonati. “Ci sono voluti tre amici, un presidente, l’aiuto dell’Unione Europea, della Regione Liguria, di alcuni consulenti e di tanti roccavignalesi per realizzare nuovamente questo sogno”, sottolinea il sindaco Amedeo Fracchia che ha seguito passo passo questo progetto.
Tutta la storia nasce da un post pubblicato dall’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai datato novembre 2015. “Ed ecco l’idea accompagnata da tanta voglia: acquistare i diritti di impianto messi a disposizione della Regione. Un caso fortuito perché poi la competenza dal 1 gennaio 2016 è passata al ministero – ricorda il sindaco Fracchia -Ottenuto i permessi abbiamo fondato l’azienda agricola Riccavinealis. Quindi abbiamo comprato da tanti roccavignalesi le terre. Tutti felici che queste terre abbandonate fossero riutilizzate. Ci è voluto un anno per acquistare, scassare, arare, concimare e oggi finalmente si pianta”. Le piantine di Granaccia sono state acquistate in parte dai vivai in loco e in parte in Francia dove questa vite è molto diffusa.
“Le piante di Granaccia produrranno vino fresco, moderno, dal colore e dai sentori unici. Siamo convinti che questo non resterà solo un esperimento di quattro sognatori, ma diverrà un opportunità unica per il rilancio del nostro territorio come hanno fatto qualche anno fa i nostri vicini in Langa”, aggiunge il primo cittadino del paese della Val Bormida, al confine con la Provincia di Cuneo. E così i vigneti tornano a occupare quei terreni ad una altitudine compresa tra i 420 e i 964 metri sul livello del mare su territorio che è costituito per il 75% da boschi.