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Gsl e Tirreno Power, lo sfogo di Burlando: “Stupito che i pm non mi abbiano mai voluto interrogare”

Tutte le accuse contro l'ex governatore ligure sono cadute: "Abbiamo sempre agito nell'interesse pubblico per difendere i posti di lavoro e le casse regionali"

Gian Antonio Granero, procuratore capo Savona

IL RIMPIANTO. Tra le perplessità maggiori sulla gestione delle inchieste da parte della magistratura savonese, Burlando non nasconde che il suo rimpianto maggiore sia quello di non essere mai stato interpellato. “Mi spiace molto che nel cercare la verità su due vicende complicate né Granero né il pm Pelosi abbiano pensato che fosse utile sentire le motivazioni che hanno portato il presidente della Regione ad avere una certa condotta. Perché non mi hanno mai chiamato? Se il pm mi avesse sentito in fase di indagine forse le cose che ho detto ieri (il riferimento è alla deposizione nell’udienza preliminare di Gsl) sarebbero state utili”.

“Certo i pm possono anche non essere convinti di quello che gli dici, di conseguenza tenerne conto oppure no, però intanto acquisiscono l’opinione di un amministratore molto esperto: visto che l’ho fatto per 30 anni” aggiunge Burlando.

“I magistrati savonesi non mi hanno mai voluto ascoltare in fase di indagine: mi stupisce che in nessuno dei due casi gli inquirenti, per accertare se davvero mi fossi comportato male (cosa che non è avvenuta come è stato dimostrato) mi abbiano voluto interrogare. Hanno chiesto il rinvio a giudizio, che poi non c’è stato, senza ascoltarmi come se fosse inutile sentire la spiegazione del comportamento di un amministratore comunque molto esperto” ribadisce l’ex presidente della Regione.

“In entrambi i casi si è sfiorata l’ipotesi della corruzione e nel caso di Gsl è stato chiesto dalla polizia giudiziaria l’arresto di un governatore in carica. Se le accuse riguardassero la corruzione allora capisco che, davanti a prove certe che uno ha preso dei soldi, sarebbe inutile ascoltarlo. Se però la discussione riguarda i provvedimenti della giunta, del consiglio regionale o delle riunioni allora, visto che la presunzione di innocenza dovrebbe esserci per tutti, si dovrebbe cercare di capire il nostro comportamento e cosa ci ha mosso”.