Savona. E’ sempre la provincia di Imperia a registrare il tasso di disoccupazione più alto, 13%, in aumento di due punti percentuali rispetto al 2015; segue La Spezia con un tasso pari al 10,2% (-0,4 punti percentuali), Genova con 9,9%, in crescita di 1,6 punti percentuali, e infine Savona con 6,4%, 3 punti percentuali in meno rispetto al 2015. Sono questi i dati del rapporto di Unioncamere sul mercato del lavoro.
A livello provinciale Imperia ha registrato 79mila occupati, 4mila in meno rispetto al 2015, Savona 111mila, 4mila in più, Genova 332mila, 3mila in meno, e infine La Spezia 88mila occupati, mille in più rispetto al 2015.
La Liguria è sempre stata una regione “atipica” e meno dinamica, rispetto alle altre, nel recepire i cambiamenti e invertire la marcia, soprattutto per caratteristiche strutturali e di assetto economico. E forse è ancora troppo presto per avere riscontri positivi dalle politiche attuate dalla Regione mirate al rilancio dell’economia, in particolare interventi a favore delle imprese e maggiori investimenti nella formazione. Il 2016 si è chiuso per la Liguria con dati poco confortanti sul mercato del lavoro: gli ultimi dati diffusi dall’Istat frenano, di fatto, le aspettative di un’inversione di tendenza avviata nel 2015, che faceva ben sperare in una ripresa dell’occupazione. Gli occupati liguri risultano 610 mila, 2mila in meno rispetto all’anno precedente, nonostante il tasso di occupazione sia passato dal 62,4% al 62,7%: ciò si spiega per una maggiore contrazione della popolazione di riferimento, denominatore dell’indice.
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) in Liguria cresce di 3,4 punti percentuali passando dal 34,5% al 37,9%, posizionandosi in linea con la media nazionale (37,8%). Tra le province liguri Genova registra il tasso più alto, 41,1% (quasi 5 p.p. in più rispetto al 2015), raggiungendo e sorpassando Imperia che scende al 40,3% (13,6 p.p. in meno); segue La Spezia con 30,9% (1,5 p.p. in più) e infine Savona dove, sebbene in crescita rispetto al 2015, si registra il tasso di disoccupazione giovanile più basso (27,8% contro 22,0% dell’anno precedente). In calo la popolazione inattiva ligure tra i 15 e i 64 anni, 11 mila unità in meno, pari a -3,7%, come pure a livello nazionale (-410 mila unità, pari a -2,9%).
I giovani liguri tra i 15 e i 24 anni si sono leggermente ridimensionati passando da 100 a 96mila unità, calo riconducibile interamente alla componente femminile. Per concludere, i Neet (quei giovani tra i 15 e i 29 anni non occupati e nemmeno impegnati nello studio) in Liguria sono diminuiti passando da 41mila a 35mila (- 14,6%). L’incidenza più alta, calcolata sulla popolazione, si riscontra nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni: in Liguria il valore è pari al 20,8%, in Italia al 28,8%.
“I dati mostrano una Liguria spaccata a metà, con segnali positivi alla Spezia e Savona che ci consentono di guardare ai prossimi mesi con fiducia” ha detto il presidente di Confartigianato Giancarlo Grasso. “Una Liguria “spaccata a metà” in questo 2016 aggiunge il presidente di Confartigianato Liguria – L’occupazione registra ancora un lieve calo e si evidenziano molte difficoltà nel capoluogo e nell’imperiese. Il tasso di disoccupazione, seppur migliore rispetto a quello medio nazionale, registra un aumento di mezzo punto. Dall’altra parte, vediamo diversi segnali incoraggianti nei territori di Savona e della Spezia, che ci consentono di guardare ai prossimi mesi con fiducia, naturalmente a condizione che si continuino a perseguire azioni incisive destinate allo sviluppo delle microimprese liguri”.