Savona. Sono 4,5 milioni i voucher venduti in Liguria nel 2016 con un incremento rispetto all’anno precedente del 23,8 per cento. Capofila è Genova che da sola consuma il 56 per cento del totale seguita da Savona con l’11 per cento. Sono questi i dati presentati stamattina a Genova nell’ambito della riunione dei delegati Cgil della Liguria sul referendum su voucher e appalti alla quale ha partecipato il Segretario Nazionale Vincenzo Colla il quale ha annunciato per il prossimo 8 aprile una grande manifestazione nazionale.
Agricoltura, industria, commercio, turismo e persino pubblico impiego: l’utilizzo dei voucher è ormai una prassi comune a tutti i settori. Dagli ultimi dati disponibili (2015) elaborati da Marco De Silva responsabile Ufficio Economico Cgil Liguria emerge che 1 committente su 5 è rappresentato da alberghi e ristoranti e che un lavoratore su due risulta già occupato e cumula retribuzione contrattuale e buoni-lavoro.
Altro tema gli appalti: in Liguria sono 348 gli appalti pubblici per un valore di oltre 280 milioni di euro. Di questi oltre la metà del valore dei contratti aggiudicati riguarda appalti di forniture. Anche sugli appalti la capofila è Genova con il 60 per cento dei contratti in Liguria, seguita da Savona (18%), Spezia (13%) e Imperia (9%). Il problema degli appalti è nell’aggiudicazione delle gare al massimo ribasso, con la media regionale attestata al 27 per cento. Ribassi di tale portata penalizzano prima di tutto le aziende virtuose. La maggior parte delle aziende recuperano le percentuali di ribasso contraendo il costo del lavoro, non pagando contributi, stipendi o risparmiando sulle norme di sicurezza.
“Con i referendum la Cgil vuole aprire una discussione sulla Carta dei diritti – spiega Federico Vesigna Segretario Generale Cgil Liguria – Chiediamo due sì per aggiornare lo Statuto dei lavoratori in un mondo del lavoro radicalmente cambiato. 2 sì quindi per aprire una nuova stagione e per restituire dignità al lavoro e riconquistare i diritti e le tutele perse”.
La Cgil parte da voucher e appalti proprio perché sono strumenti che parlano a milioni di lavoratori. Per Vesigna: “I voucher anziché far emergere il lavoro nero stanno demolendo il lavoro contrattualizzato e poi ci sono gli appalti, dove i lavoratori sono troppo spesso l’anello debole della catena, quelli che non vengono pagati anche quando lavorano, quelli che vengono licenziati per primi”.
Due sì quindi per rimettere il lavoro al centro dell’agenda politica e due sì per ridare forza e vigore alle battaglia per il lavoro.