L'opera

Maersk, prende forma il nuovo sovrappasso di Vado: ecco il posizionamento della prima campata

Operazione complessa e difficile tecnicamente: presente un collaudatore del Ministero

Vado Ligure. E’ iniziata questa mattina alle ore 9:00 la complessa operazione di sistemazione della prima campata del sovrappasso a Vado Ligure, opera complementare in vista della realizzazione della piattaforma Maersk a Vado Ligure.

L’intervento, della durata di quattro ore, per la sua complessità e tecnica operativa ha pochi eguali in Italia: la prima campata del sovrappasso è realizzata in impalcato metallico, 40 metri di luce, con una larghezza di circa 30 metri e il peso 800 tonnellate, verrà sistema a “spinta” da mare verso monte. La campata sarà fatta scivolare su una struttura provvisoria realizzata in ferro, chiamata avambecco, che servirà ad anticipare l’appoggio della campata a scavalco sull’Aurelia.

In tutto il sovrappasso della piattaforma Maersk sarà formato da tre campate: la seconda sarà posizionata tra circa un mese e a distanza di un altro mese la terza.

All’operazione di questa mattina era presente il presidente di Grandi Lavori Fincosit, Vincenzo Sarpero, tutto lo staff tecnico che realizza l’opera e un collaudatore del Ministero dei Trasporti, proprio per l’eccezionalità dell’intervento. Il costo totale dell’opera è di 25 milioni di euro (sovrappasso e opere accessorie) che sono comprensivi della messa in sicurezza del Rio sant’Elena e della sistemazione correlata del verde. La fine dei lavori è prevista per luglio 2018.

sovrappasso Vado

Cronistoria del progetto del sovrappasso:
Le richieste avanzate nel 2008 dall’amministrazione comunale di Vado Ligure e dalla Regione Liguria, intese a ridurre le dimensioni del radicamento a terra della piattaforma multipurpose, avevano portato in sede di Accordo di Programma a sostituire l’originario attraversamento della via Aurelia in sottopasso con un sovrappasso, soluzione che ha il pregio di ridurre sensibilmente il fronte costiero interessato dal collegamento ma ha, come controindicazione, un evidente maggior impatto visivo.

Il concorso di idee lanciato nel 2008 dall’Autorità Portuale aveva premiato la proposta presentata dall’associazione temporanea di progettisti composta dallo studio di ingegneria M&L e dagli architetti di Studio 4. Il sovrappasso sarà realizzato sull’Aurelia all’altezza dell’attraversamento del nastro trasportatore del carbone diretto ai parchi di San Genesio e alla centrale termoelettrica Tirreno Power. Lungo 140 metri, con pendenze massime del 10 per cento, il viadotto avrà quattro corsie di marcia e dovrà prevedere l’alloggiamento del nastro trasportatore del carbone. Il sovrappasso sarà circondato da un rivestimento in acciaio o lamiera di alluminio, utile anche come barriera “frangirumore”. Per non avere un impatto negativo sull’area circostante, la zona sarà circondata da collinette artificiali sistemate a bosco, con vegetazione costituita da macchia mediterranea, pini e piante sempreverdi. Prevista anche la costruzione di rampe d’accesso al sovrappasso (per una lunghezza di circa 200 metri) e una particolare sistemazione della viabilità a raso tra la piattaforma e la via Aurelia, con la realizzazione di una rotatoria da 40 metri di diametro al cui centro sarà creata una zona umida. Il costo complessivo dell’opera supera i 24 milioni di euro.

La soluzione in sovrappasso era stata richiesta dal Comune di Vado Ligure proprio allo scopo di diminuire il fronte di radicamento a terra della piattaforma. Contro questa soluzione, così come contro l’intera operazione Maersk, si erano mobilitati il Comitato Amare Vado e i Verdi, a livello nazionale.

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