Finalborgo. E’ stata effettuata nella giornata di ieri l’autopsia sul corpo della neonata di tre mesi trovata morta nella culla dai genitori a Finalborgo: è stata aperta una inchiesta da parte della Procura savonese che ha disposto l’esame autoptico per accertare le cause esatte del decesso improvviso e stabilire, quindi, se si sia trattato di uno dei casi di “morte in culla” (sudden infant death syndrome – Sids, che si verifica nei bambini tra un mese e un anno di età).
L’autopsia è stata svolta dall’equipe di medici del centro specializzato dell’ospedale Gaslini di Genova, dove era stato portato il corpicino della piccola: la definizione Sids, che non corrisponde a una precisa patologia, si applica quando si possono escludere tutte le altre cause note per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni, infezioni, malattie non diagnostiche o eventi dolosi, e potrebbe essere il caso della bimba di soli tre mesi trovata morta a Finalborgo.
Tuttavia, come spiegano i medici del nosocomio genovese, la sindrome da “morte in culla” è molto rara (su 10 casi analizzati solo uno è stato imputato alla sindrome, per gli altri neonati sono state trovate dai riscontri clinici altre cause che hanno giustificato un decesso improvviso, all’apparenza inspiegabile): per questo si dovranno attendere i risultati dei prelievi istologici effettuati sul corpo della neonata per escludere ogni altra possibile causa, magari nascosta, e accertare da un punto di vista medico-scientifico il possibile caso di “morte in culla”.
Nella prima ricognizione del cadavere da parte del medico legale, avvenuta nell’abitazione di Finalborgo, non erano stati trovati elementi diretti per spiegare il decesso: la bambina di tre mesi stava bene fino alla sera prima e anche durante la notte l’allattamento era stato regolare, poi alle prime ore del mattino la tragica scoperta dei genitori, con la piccola che non respirava più e non dava alcun segno di vita. Inutile il disperato tentativo di rianimazione da parte del 118 e del personale sanitario intervenuto sul posto, in quanto la bimba era ormai già deceduta.
L’indagine della Procura savonese, coordinata dal pm Chiara Venturi, è condotta dai carabinieri che erano intervenuti nell’abitazione dei genitori: il magistrato ha seguito la vicenda e l’esito dell’esame autoptico, per il quale però, ora, si dovranno attendere i risultati di laboratorio sui prelievi effettuati, che dovranno dare certezze sulle tragiche cause di una morte che ha lasciato sgomento e frustrazione nella comunità finalese e non solo.
Secondo quanto appreso dallo staff medico del Gaslini, proprio per la particolarità e difficoltà del contesto clinico, ci vorrà ancora qualche tempo prima di avere conferme, o meno, del possibile caso di “morte in culla”.