Savona. Girotondo intorno a piazza Saffi, con fischietti, tamburi e slogan, oltre a qualche fuoco d’artificio all’insegna di folclore (ma anche rabbia): così i lavoratori di Tpl Linea hanno bloccato la viabilità a Savona nella giornata del secondo sciopero (di 24 ore) e della protesta davanti alla Prefettura savonese per chiedere di salvare il trasporto pubblico locale.
“Le ragioni di questa protesta sono che gli enti locali hanno tagliato i finanziamenti, così si aprirà la strada della privatizzazione del trasporto pubblico locale con un taglio del servizio e un danno per l’utenza” affermano i sindacati di categoria che attendono sotto il palazzo del Governo.
Tra i punti caldi della vertenza anche le mancate garanzie sull’unicità del lotto per la gara di affidamento del servizio al nuovo gestore e le mancate risposte sulla redazione del bando circa la presenza di elementi quali la clausola sociale che garantisca i livelli occupazionali e i livelli reddituali: “Sono indispensabili le assunzioni previste dall’accordo siglato all’Unione Industriali sul ‘fondino’, con un intervento chiarificatore della Regione”.
Ecco la diretta di IVG.it sulla nuova protesta dei lavoratori Tpl
“Non ci vogliono ascoltare? Non vogliano tornare indietro su un piano industriale e di risanamento dannoso e pericoloso per la nostra provincia? Noi andremo avanti con la lotta, dovranno ascoltare le nostre ragioni e le nostre richieste”.
Per Mauro Laschi, segretario regionale Faisa-Cisal: “E’ un problema di risorse, non c’è la volontà politica di risolvere la questione del trasporto pubblico locale. Non c’è un piano strategico, si pensa solo a tagliare…La soluzione? Tocca alla politica fare la sua parte, senza una programmazione pubblica chiara e definita non si andrà da nessuna parte. Mancano i finanziamenti pubblici? Non è vero, basta indirizzarli bene, evitando di mettere al collasso un servizio essenziale per la cittadinanza”.
Tra i manifestanti il consigliere comunale savonese di Rete a Sinistra Marco Ravera: “I lavoratori hanno tutte le ragioni: il trasporto bus deve rimanere pubblico, a garanzie dei lavoratori e dei cittadini. Un servizio che rischia di essere cancellato”.