Loano. “Un incendio simile su una barca può succedere… Al mattino presto fa freddo, magari ci si porta dietro una stufetta per non accendere gli impianti e basta un cortocircuito per far partire le fiamme”. Così Corrado Ambrosi, titolare del centro immersioni Marina Diving, ricostruisce la possibile dinamica del rogo che questa mattina all’alba ha distrutto lo yacht Southern Confort, un Maiora da 22 metri, ed ucciso tre degli occupanti.
Le persone sono rimaste intrappolate dalle fiamme all’interno della cabina di prua, dove stavano trascorrendo la notte. Secondo le forze dell’ordine la causa del rogo è molto probabilmente accidentale, e una delle ricostruzioni più attendibili sembra proprio essere quella di un cortocircuito legato magari a una stufa messa in funzione per la notte.
Secondo Ambrosi un piccolo rogo potrebbe essere stato sufficiente a scatenare l’inferno: “Bisogna tenere conto – spiega – che in questa stagione le persone a bordo tengono tutto chiuso per restare al caldo, e quindi in caso di incendio il fumo ti intossica immediatamente. In una situazione simile non è così semplice uscire dalla cabina per salvarsi: è vero che le barche hanno due o tre uscite, ma in pochi minuti l’ambiente si satura di fumo e diventa difficile muoversi”.
“Io conoscevo un ragazzo, un comandante che conosceva i proprietari – è invece il racconto di un testimone – ma non li ho mai visti a bordo per cui non so se si trattasse di persone esperte oppure no”. In questi minuti il sostituto procuratore Massimiliano Bolla sta ascoltando il racconto dell’unica sopravvissuta, una donna tedesca di 52 anni.
Sull’identità dei tre morti ancora non ci sono certezze. Secondo le testimonianze a bordo dello yacht, un Maiora di 22 metri, avrebbero dovuto trovarsi la sorella della 52enne tedesca sopravvissuta ed i rispettivi compagni: al momento però l’unico dato confermato è la presenza di tre corpi all’interno della cabina di prua. Sul caso indaga la Guardia Costiera.