Liguria. È un vero e proprio boom quello dell’alimentare ligure all’estero. Lo dimostrano i dati Istat e Unioncamere, diffusi dall’Ufficio Studi Confartigianato e relativi ai primi nove mesi del 2016, secondo i quali l’export ligure per alimentari e bevande ha raggiunto i 303 milioni di euro (269 alimentare e 34 bevande), +4,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Una crescita di molto superiore rispetto al +3,3 per cento nazionale. A trainare sono Lombardia (quasi 4 miliardi, +3,5 per cento), Veneto (3,87 miliardi, +6,1 per cento) ed Emilia Romagna (3,66 miliardi, +1,7 per cento).
Il trend provinciale è variegato. Nel savonese le esportazioni di alimentari (25 milioni) e bevande (1 milione) risultano in crescita del 18,6 per cento. Genova si dimostra il territorio più dinamico, con un valore dell’export alimentare che nel 2016 tocca i 164 milioni (148 alimentare, 16 bevande) e che cresce del 7,9 per cento rispetto al 2015. Segue Imperia, con 90 milioni di export (81 alimentare, 9 bevande), in calo dell’1,9 per cento. Chiude La Spezia con 22 milioni di euro di export (14 alimentare e 8 bevande), in diminuzione dell’1,1 per cento.
“L’eccellenza alimentare ligure, che affonda le proprie radici soprattutto nell’artigianato, dimostra di essere sempre molto apprezzata all’estero: un motivo in più per continuare a sostenere e valorizzare con forza ed efficacia questo settore – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – L’alimentare rappresenta infatti uno dei punti cardine del nostro artigianato che, nonostante le evidenti difficoltà, ha dimostrato in questi anni di resistere più di altre aree di attività, facendo leva proprio sull’utilizzo di ingredienti di prima scelta, lavorati con sapienza e tradizione, unite a innovazione. Tutti elementi che i consumatori, anche italiani, premiano con una ripresa degli acquisti, specialmente sotto Natale”.
Proprio in occasione delle feste natalizie, negli ultimi cinque anni il mese di dicembre registra mediamente vendite al dettaglio di prodotti alimentari del 24,8 per cento superiori alla media mensile degli altri 11 mesi dell’anno e del 22,2 per cento superiori alla media mensile annua. Dall’esame della distribuzione della spesa media mensile familiare per prodotto si stima che il 38,2 per cento della spesa alimentare, a dicembre pari a 5,62 miliardi di euro, sia intercettabile dal sistema di offerta delle imprese artigiane. In Liguria se ne contano 3.086 attive nel settore alimentare. Sono il 3,4 per cento del totale in Italia (oltre 90.700) e risultano in calo dell’1 per cento rispetto al 2015.
Si tratta per la maggior parte di pasticcerie, panifici e gelaterie (1.548, -0,3 per cento), seguite dai servizi di ristorazione da asporto (1.063, -2,1 per cento). La produzione di pasta conta 209 realtà (-2,8 per cento, quarta regione in Italia per numero di imprese attive in questo settore). Seguono 52 piccole imprese attive nella produzione di oli e grassi vegetali e animali (-3,7 per cento), 45 realtà nel settore del tè, caffè, cacao, spezie, rimaste invariate nell’anno, così come le 33 microimprese attive nella lavorazione e conservazione frutta, ortaggi e pesce. 27 tra distillerie, birrifici e produzione di altre bevande (+3,8 per cento).
Le province: Savona conta 707 realtà, in calo dell’1,7 per cento: in prevalenza sono panifici, pasticcerie e gelaterie (404, +0,5 per cento), seguite dalla ristorazione da asporto (193, -5,9 per cento). 43 i pastifici (-6,5 per cento). Genova in testa per numero di microimprese attive, in totale 1.561, in lieve calo dello 0,8 per cento. Si tratta soprattutto di imprese attive nella produzione di pane, dolci e gelati (723, -0,7 per cento), nei servizi di ristorazione da asporto (624, -1,3 per cento) e nella produzione di pasta (118, -1,7 per cento). In crescita le 26 piccole aziende attive nella produzione di tè, caffè, cacao e derivati, spezie e condimenti (+4 per cento). Nello spezzino si contano 426 microimprese alimentari (-1,2 per cento). Anche in questo caso, la maggioranza è composta da panifici e pasticcerie (227, -2,2 per cento) e dalla ristorazione da asporto (139, -0,7 per cento). A Imperia l’artigianato alimentare conta 392 microimprese, in calo di un punto percentuale. Crescono le 194 realtà tra panifici, pasticcerie e gelaterie (+1,6 per cento), a cui si aggiungono 107 micro e piccole imprese attive nella ristorazione da asporto (-1,8 per cento). 37 le realtà attive nella produzione di oli e grassi vegetali e animali (-5,1 per cento).