Alassio. Non sono bastate due sentenze del Tar per risolvere un caso di presunto mobbing tra la dirigente scolastica e una collaboratrice di una scuola di Alassio. Sarà necessario attendere la decisione anche del giudice del lavoro al quale si appellata la dipendente appoggiata nella vertenza dalla Cisl Scuola per ottenere giustizia.
Una storia iniziata nel marzo scorso quando P.T., alla quale è stata riconosciuta un’invalidità del 50 %, ha presentato un’istanza di accesso agli atti per verificare la correttezza dell’orario di lavoro attribuito in base a della documentazione medica richiamata a fondamento del mutamento di orario che le era stato assegnato. Va anche ricordato che la commissione medica interforze di Roma ha stabilito che la collaboratrice è idonea solamente allo svolgimento delle attività di centralino e di portineria. Non è ideona invece in mansioni che comportino “il sollevamento e la movimentazione di carichi, la prolungata stazione eretta e le pulizie dei locali”.
Il dirigente scolastico si era opposta all’istanza tanto che alla fine P.T., su consiglio della CISL, ha deciso di appellarsi alla decisione del Tar della Liguria facendosi difendere dall’avvocato Luigi Piscitella. Tre mesi dopo ecco la sentenza numero 665 del 22 giugno. Il Tar ha riconosciuto il diritto della dipendente ad avere accesso alla documentazione oggetto dell’istanza condannando l’amministrazione alla rifusione delle spese di giudizio. “Giova evidenziare che nelle more del giudizio – sottolinea Gianni Garino, segretario della Cisl Scuola – l’Avvocatura Distrettuale dello Stato (che è deputata alle difese in giudizio delle amministrazioni statali), aveva invitato la dirigente scolastica a presentare la documentazione richiesta.E invece ciò non è accaduto. La dirigente scolastica si è nuovamente opposta”.
Il rifiuto però è stato oggetto di censura da parte del Tar per la Liguria che ha anche accollato all’Amministrazione le spese di giudizio. P.T. non si è mai data per vinta tanto che ha presentato un’altra istanza di accesso agli atti per visionare la documentazione che le sarebbe stata necessaria in un eventuale giudizio davanti al giudice del lavoro. Iniziativa per fare valere il mancato riconoscimento di emolumenti e di ore di lavoro in recupero per le mansioni svolte durante l’anno scolastico 2015/2016.
Nuovo braccio di ferro e altro diniego perché la dirigente scolastica ha rifiutato l’accesso alla documentazione richiesta. E così P.T., sempre su indicazione della Cisl, ha chiesto nuovamente all’avvocato Luigi Piscitelli di essere tutelata. E così è arrivata una seconda sentenza del Tar della Liguria con nuova condanna alle spese di giudizio nei confronti dell’Amministrazione, ma, considerato il reiterarsi dell’illegittimo operato del dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale di Alassio, è stato nominato il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Liguria Commissario ad Acta, che finalmente ha fornito copia dei documenti richiesti dalla dipendente della scuola.
Ultimo round ora sarà un’eventuale sentenza del giudice del lavoro che dovrà decidere se l’operato del dirigente scolastico sia stato o meno regolare anche dopo le due condanne subite da parte del Tribunale amministrativo regionale.
E sono arrivate anche le precisazioni dello Snals. “Premesso che giustamente parlate di presunto mobbing, tuttavia ci è parso ingiusto criticare l’ operato della dirigente scolastica senza conoscere a pieno la sua versione e cioè con adeguata precisione le carte relative alla vicenda. Si tratta infatti di una situazione complessa e delicata che, essendo tutelata dalla privacy, avrebbe dovuto restare sospesa fino alla sentenza definitiva del Giudice del Lavoro. Conoscendo il modus operandi e la storia professionale della dirigente, sempre attenta e sensibile nei confronti dei lavoratori della scuola, le esprimiamo piena solidarietà, certi che il suo operato sia stato corretto, così come lo è sempre stato in passato”, scrive la segreteria provinciale dello Snals Savona-Albenga.