Savona. Conoscere le proprie origini, scoprire finalmente la propria identità. E sapere perché le cose sono andate così come sono andate. Sono principalmente queste le ragioni che spingono la 33enne Patrizia Mancini ad andare in cerca della propria madre naturale, che l’ha data in adozione subito dopo la propria nascita.
La ricerca di Patrizia, che vive ad Arcola in provincia di Spezia, parte da pochi elementi certi: “Io e mia sorella gemella Cinzia siamo nate il 21 settembre 1983 a Savona – spiega lei – Siamo nate di sette mesi con parto cesareo in quanto nostra madre aveva contratto la rosolia in gravidanza. In seguito siamo state trasferite in una casa famiglia alla Villetta di Savona. Poi a due mesi ci hanno adottate entrambe”.
Patrizia e sua sorella Cinzia, quindi, sono state separate dalla loro madre naturale subito dopo la loro nascita. Adottate, sono state cresciute da una famiglia amorevole che le ha allevate con affetto e dolcezza. Tuttavia, in Patrizia c’è sempre stata la curiosità di conoscere la propria madre naturale.
“A 14 anni mi sono recata al tribunale dei minori di Genova per fare qualche indagine, ma mi hanno mandato via senza darmi informazioni. Un po’ perché ero troppo piccola, un po’ perché la cosiddetta ‘legge dei 100 anni’ vieta di conoscere l’identità della madre biologica prima di un secolo se questa, lasciando il proprio neonato all’adozione, ha chiesto di restare anonima. Credo che sia una legge sbagliata: dopo tanti anni, si dovrebbe avere la possibilità di conoscere i propri genitori naturali senza ostacoli”.
Nonostante la legge le “remasse” contro, Patrizia non si è mai arresa: “Da quando sono diventata mamma quattro anni fa, questo desiderio di conoscere la mia madre biologica si è fatto più forte. Dopo la nascita di mio figlio, infatti, ho cominciato a chiedermi come un genitore possa dare via due bambine così come è avvenuto con me e mia sorella”.
La quale, però, non condivide la ricerca portata avanti da Patrizia: “Mia sorella Cinzia non ha la mia stessa necessità. Anzi, ritiene che la mia ricerca possa alterare gli equilibri di entrambe. Ma io voglio soltanto conoscere le mie origini. Sono molto grata ai miei genitori adottivi: con loro sono stata molto fortunata. Ma sento la necessità di scoprire chi sia mia madre. Se mai dovessi riuscire a rintracciarla, con mia madre si potrebbe instaurare un rapporto oppure potremmo incontrarci una volta sola e non rivederci mai più. Non posso dire cosa succederà”.
Una cosa, però, è certa: la prima cosa che Patrizia dirà alla sua madre naturale nel caso dovesse riuscire ad incontrarla. “Le chiederò perché ha deciso di darci in adozione. Di certo la scelta di farci nascere è stata un gesto d’amore, perché avrebbe potuto prendere altre strade. Ma quello che vorrei sapere è perché le cose sono andate in questo modo. E poi le direi che non sono arrabbiata con lei per la sua decisione”.
Per la sua ricerca, Patrizia ha deciso di percorrere ogni strada possibile: “Il 27 dicembre sarò ospite di un programma televisivo su RaiUno. Anche grazie all’aiuto della redazione Rai siamo riusciti a rintracciare una donna che lavorava nella casa famiglia in cui io e mia sorella abbiamo vissuto appena nate. Tramite questa persona siamo riusciti a risalire alla direttrice”.
E poi ci sono i social-network: “Di recente ho contattato gli amministratori della pagina Facebook di ‘Una passeggiata per Savona’, che si sono resi disponibili a darmi una mano. Poi io ho aperto una mia propria pagina che si chiama ‘Cerco la mia madre naturale’. Ho diffuso il mio appello dappertutto. Spero che qualcuno possa darmi qualche informazione utile a rintracciare mia madre”.
Ma la speranza è anche che la stessa madre di Patrizia legga la sua richiesta di informazioni e si faccia viva: “Non so quanti anni abbia, ma mi hanno detto che era piuttosto giovane. Credo che oggi abbia poco più di cinquant’anni. La nostra storia ha tanti elementi particolari, quindi nel caso dovesse leggerla non farebbe fatica a riconoscersi. Nel caso spero voglia contattarmi”.
Perché Patrizia non vuole altro che incontrare la sua madre biologica. Per conoscerla e conoscersi, finalmente.