Quiliano. “Speriamo di essere all’ultimo atto di questo ‘tortuoso percorso’ di Variante del PUC. Iniziato con le scelte della ‘Variante 2011’, attuato e gestito dalla precedente Amministrazione, dalla precedente Maggioranza Comunale e dalla presente Amministrazione e dalla presente Maggioranza Comunale, presieduta dall’attuale Sindaco”. Così il gruppo consiliare “Progetto Comune”, in minoranza a Quiliano, commenta l’approvazione di un Piano Urbanistico Comunale ritenuto “privo di un disegno strategico, in grado di dare una prospettiva economica e di rilancio del territorio quilianese”.
Un percorso, quel del PUC, che “in questi ultimi cinque anni – ricorda il gruppo capitanato da Nicola Isetta – sul piano urbanistico amministrativo ha creato un moltiplicarsi di vincoli sovraordinati che hanno contribuito ad incentivare incertezza e un blocco dell’attività amministrativa nel settore. Percorso molto confuso, problematico e contradditorio sia per i tempi lunghi intercorsi, sia per le modalità procedurali attuate e sia per i risultati finali ottenuti. A sostegno di questa tesi, abbiamo evidenziato alcune osservazioni riepilogative su alcuni ambiti che interessano il percorso 2011/2016 su cui vi sono stati evidenti contradditori ripensamenti o su cui permangono ancora nostre posizioni di dissenso. Nel 2011, l’allora Amministrazione e Maggioranza Consiliare aveva individuato gli Ambiti e i Distretti d’intervento sui cui apportare modifica ed aggiornamento”.
“Ci preoccupa il risultato finale del progetto approvato in merito alle aree che interessano Cadibona, Montagna e Roviasca – spiega la minoranza – Non evinciamo un idea nuova, che possa valorizzare e rivitalizzare le nostre frazioni: né sul piano residenziale, né sul piano economico, sia esso agricolo e /o turistico ricettivo”.
“Da una analisi delle tavole di piano e dalle schede di norme di Piano appare evidente il permanere una forte incidenza dei vincoli del Piano di Bacino, nelle sue diverse fasce – prosegue il team di Isetta – Aree che interessano centri fortemente abitati e aree con destinazione produttiva. Necessaria una ripartenza realizzativa di messa in sicurezza sul nostro territorio attraverso la messa in posa di opere strategiche e di eventuali studi di riperimetrazione a seguito di interventi avvenuti”.
“Con senso di responsabilità amministrativa rispettiamo il lavoro finale proposto – affermano da Progetto Comune – ma nello stesso tempo abbiamo cercato di evidenziare con chiarezza e determinazione criticità elementi di non condivisione. Facendolo con uno spirito che non è di contrapposizione ‘tal quale’ ma entrando nel merito dei problemi e delle scelte fatte cercando anche di segnalare elementi che a nostro giudizio erano insostenibili e contradditori, alcuni sono stati successivamente modificati e purtroppo alcuni permangono. Purtroppo siamo di fronte a una grave condizione economica / produttiva / occupazionale. Si continua ancora a commettere un errore di natura intellettuale, quello di chiamare questo fenomeno economico con un nome completamente inadeguato: si parla di crisi. Questa non è una crisi, quella che stiamo vivendo è una trasformazione radicale geopolitica dei rapporti economici. Infatti i grandi investitori vedono nuove opportunità di investimento in altre parti del mondo. Di questo si deve prendere atto e agire di conseguenza”.
“Quindi a livello locale sarebbe servito un PUC con scelte progettuali strategiche, aggiornato, che potesse aprire nuove vie e nuovi spazi per la costruzione di un nuovo sistema economico. Dopo sei anni di studi, elaborazioni e risorse finanziarie investite, riteniamo che il risultato finale poteva e doveva essere diverso e cioè quello di avere a disposizione uno strumento con una visione complessiva e strategica. Un Piano Urbanistico Comunale che rispondesse davvero alle esigenze di rilancio del nostro territorio” concludono.