Liguria. La guerra alla peronospora, il fungo peggiore nemico del basilico ligure e quindi del pesto, passa dalla ricerca: dai prodotti chimici alla terapia della luce e alla tecnologia per il controllo climatico nelle serre, ed e’ al lavoro pure la genetica per trovare soluzioni.
“Facendo una stima possiamo dire che il 30% circa delle produzioni di basilico in Liguria oggi sono a rischio per la peronospora” ha detto Stefano Roggerone, vicepresidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) della Liguria che in un convegno oggi ha chiamato a raccolta gli esperti per fare il punto sulle strategie di difesa. Il fungo killer, arrivato nel 2003, danneggia le piantine dei circa cento produttori liguri, pezzo forte della tradizione dell’alimentare made in Liguria.
Le nuove terapie di attacco per sconfiggerlo passano attraverso l’integrazione fra tecniche diverse. Ci sono i prodotti chimici, ma e’ difficile la registrazione di nuove sostanze attive presso l’UE, come ha ricordato l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai, e da sole non bastano.
Fra le novià c’e’ il trattamento ‘luminoso’ con lampade a led che irradiano le coltivazioni ininterrottamente per 12 o 24 ore, cui sta lavorando il Centro di sperimentazione e assistenza agricola, con risultati positivi. E la tecnologia aiuta con sensori che permettono di rilevare la temperatura delle foglie ed evitare la condensa che favorisce la peronospora. L’ultima frontiera e’ la genetica, utile a selezionare un tipo di basilico più resistente.