Vedo punti di vista ovunque
in risposta a Robert Nicolick
Sono profondamente dispiaciuto di apprendere che il professor Nicolich (che ho avuto l’onore di avere come professore di educazione fisica in prima e seconda superiore) (che per motivi a me ignoti si ostina a firmarsi “Nicolick”) uscendo di casa veda ovunque stranieri e ciò gli procuri sensazioni poco piacevoli.
Sono convinto che il mondo sia un posto abbastanza vario, e le persone che lo abitano siano a loro volta abbastanza varie, da generare un sacco di situazioni del genere: c’è chi vede ovunque stranieri, chi vede ovunque opportunità di far soldi, chi vede ovunque complotti massonici, chi vede ovunque belle fighe e bei fighi, chi ovunque comunisti, chi ovunque fascisti. Recentemente c’è pure chi vede ovunque Pokemòn.
Personalmente, appena esco di casa una delle prime cose che vedo è la scritta “W Nicolick” su una buca delle lettere in disuso proprio sotto al mio portone. Enrambe, la buca delle lettere e la scritta “W Nicolick”, ricordi condivisi di un’epoca pre-social e pre-internet nella quale le lettere si inviavano tramite la posta e la “viralità” (che ai tempi si riferiva ancora esclusivamente alle malattie) tramite le scritte con lo spray.
L’affermazione banale e abusata “il mondo è bello perché è vario” in fondo significa proprio questo: non solo che “Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia”, ma anche che ognuno di noi vede il mondo in maniera differente, filtrata attraverso la propria coscienza e le proprie certezze (per chi ha la fortuna di averne conservata ancora qualcuna).
Sono proprio questa varietà di punti di vista, di sguardi e di voci che si sovrappongono a fare del mondo un posto “bello”. Anche se del commento su Facebook sul profilo di Nicolick, sotto all’articolo, “Servono tanti lanciafiamme!” farei – e spero non solo io – volentieri a meno.
Francesco Vico