Quiliano. Il 18 settembre si ricordano i 40 anni dalla scomparsa di don Angelo Genta, per lunghissimi anni parroco di Valleggia. Una figura importantissima per la comunità del Santissimo Salvatore: don Angelo, fratello dell’altro sacerdote don Mario, la guidò nel difficile periodo della guerra e che arricchì lasciando importanti eredità come la società cattolica, il cinemateatro, il coro polifonico e la colonia estiva che oggi porta il suo nome.
Proprio a quei boschi è legata la sua ultima significativa testimonianza di fede nell’ormai lontano settembre 1976. Domenica prossima, alle 10, nella chiesa del Santissimo Salvatore, il parroco di oggi don Silvestro Soosai celebrerà una messa in suo ricordo con i canti del Coro polifonico. Valleggia quindi non dimentica questa grande figura di sacerdote, amata anche dalle giovani generazioni che l’hanno conosciuta dai racconti e ovviamente dalle sue opere.
Ricordato ancora oggi “per cognome” – per sottolinearne il carattere forte, schivo, ma al tempo stesso generosissimo – era soprannominato “U pùe”, sia perché con la sua leggendaria Balilla alzava cumuli di polvere sulle strade allora non asfaltate, sia per sottolinearne i modi spicci, di persona che non voleva perdere tempo. E sempre in occasione del 40° anniversario dalla scomparsa, oltre ad altre iniziative allo studio, don Silvestro ha lanciato l’idea di realizzare un libro che raccolga le testimonianze di chi lo ha conosciuto.
“Chiunque abbia qualcosa da raccontare su don Genta contatti la parrocchia di Valleggia – spiega – vogliamo realizzare una pubblicazione affinché la sua opera sia meglio conosciuta e il suo grande esempio sia tramandato anche i futuro”.