Vado Ligure. I lavoratori sono davanti ai cancelli dell’azienda da questa mattina. Non si è fatta attendere la risposta dei lavoratori di Tirreno Power alle notizie uscite ieri mattina dopo l’incontro tra i vertici aziendali e le segreterie nazionali dei sindacati.
Il tavolo ha segnato la rottura definitiva tra le parti perché l’azienda ha annunciato la procedura di mobilità per 186 lavoratori e non ha dato alcuna disponibilità sulle richieste dei sindacati: insourcing, incentivi all’esodo, mobilità volontaria e cassa integrazione incentivata solo per citarne alcune.
Così questa mattina i lavoratori hanno deciso di manifestare ancora una volta davanti ai cancelli della centrale di Vado Ligure. Dopo un’assemblea “on the road”, i lavoratori hanno chiesto un incontro urgente con il Prefetto che li riceverà alle 12,30 insieme ai sindaci di Vado e Quiliano.
“La procedura di mobilità partirà già oggi e oltre 110 lavoratori coinvolti sono di Vado. Questa mattina dopo l’assemblea abbiamo chiesto un incontro urgente con il Prefetto proprio perché gli intendimenti con il viceministro erano altri. Non si doveva fare nulla fino a che il tavolo al Mise non fosse riaggiornato, invece l’azienda ha deciso di avviare la mobilità e quindi riteniamo indispensabile che il Governo intervenga. Chiediamo un ammortizzatore sociale che possa permettere ai lavoratori di arrivare alla fine del mese” spiega Maurizio Perozzi, della Rsu aziendale.
“Finché c’è vita c’è speranza..certo che in questo momento la disperazione e l’amarezza dei lavoratori sta emergendo in maniera netta, ma dobbiamo trovare una soluzione. Forse l’area di crisi complessa può essere una via per uscirne, ma dobbiamo favorire il processo di riconversione della centrale per favorire lo sviluppo e non la disoccupazione” conclude Perozzi.
Duro anche il giudizio del segretario della Cgil di Savona Giulia Stella: “E’ stata decretata la fine di questa azienda a Vado. Quello che ancora esisteva qui, con l’apertura della procedura di mobilità, significa licenziamenti. Sui 186 licenziamenti a livello nazionale 100 sono sul sito di Vado. Adesso stiamo intensificando i rapporti formali ed informali con il Governo nazionale e tentando di avere un rapporto con l’azienda mediato appunto dal Governo. C’è un tavolo aperto al ministero dello sviluppo economico di cui Tirreno Power non ha tenuto conto visto che ha proceduto unilateralmente coi licenziamenti. Noi vorremmo che la comunità locale, ma anche quella nazionale capisse che l’uscita dal carbone così come viene palesata da Tirreno Power non è possibile lasciando a casa i lavoratori. Bisogna che ci sia un piano nazionale di riconversione della produzione. Visto il riconoscimento dell’area di crisi gli occhi devono puntare su Savona”.
“Le prospettive erano diverse visti gli incontri fatti a Roma: auspicavamo ci fosse la possibilità di una proroga degli ammortizzatori sociali, ma quello di ieri è stato un fulmine a ciel sereno. Questa apertura improvvisa della procedura di mobilità non se l’aspettava nessuno visto che, a fine mese, era già previsto ci fosse un ulteriore incontro al Mise. I lavoratori sono più che arrabbiati..oggi abbiamo impegnati i comuni, ma anche il Governo ieri, e adesso bisogna far cercare di cambiare idea all’azienda” spiega Tino Amatiello della Cgil.
“Si poteva iniziare a parlare di un piano di riconversione industriale che occupava gli esuberi anche per la bonifica dello stabilimento oppure operazioni di manutenzione in attesa che ci fosse un’apertura di aziende che potevano venire in queste aree. Il tutto considerato che con l’area di crisi sarebbero arrivati aiuti” conclude Amatiello.
Tirreno Power, da parte sua, ha confermato “la massima disponibilità a proseguire con spirito costruttivo il dialogo con il governo e i sindacati per trovare soluzioni che contengano il più possibile l’impatto sociale, e ripone la massima fiducia nel tavolo tecnico che sarà convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel mese in corso”. L’azienda ha anche confermato inoltre il proprio impegno nel promuovere la reindustrializzazione del sito di Vado Ligure con l’obiettivo di creare le condizioni per nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali che contribuiscano alla crescita del territorio, con il sostegno delle istituzioni locali e nazionali”.
Promesso che ai lavoratori della centrale vadese non bastano. Così stamattina è scatatata la nuova porotesta.
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