Lettera al direttore

Lettere

Robert Nicolick: “Straniero a casa”

Roberto Nicolick

Straniero a casa

Esco da casa e vengo subito fermato da uno straniero che mi chiede soldi con fare autoritario, vado a a fare la spesa e nell’atrio del market trovo un altro straniero che mi guarda e mi allunga un cappellino stando seduto a terra; mi reco al bancomat e anche lì un soggetto, straniero, mi osserva a distanza ravvicinata , non capisco se per carpirmi il codice del bancomat oppure per chiedermi un obolo visto che sono così ricco da potermi permettere un conto corrente; a spiaggia mentre sono disteso sul mio salviettone cercando di dormicchiare, decine di venditori ambulanti, stranieri, neri e nere, orientali e altro, marciano a cadenza ciclica accanto a me, svegliandomi con richieste disparate, merci e paccottiglia varie, massaggi, treccine, tattoo e quant’altro ; mentre transito davanti ad un centro “benessere” si affaccia dalla porta, una cinesona ammiccante con attributi fisici professionali, che mi sorride invitandomi ad entrare per un massaggio , all’incrocio del semaforo, un soggetto, straniero, forse Rom, proibito dai politicamente corretti chiamarlo zingaro, tenta di lavarmi il parabrezza riuscendo a sporcarmelo; sulle panchine dei giardini pubblici torme di sedicenti badanti, straniere, si propongono ai pensionati che siedono in quel luogo, offrendosi per servizi di vario genere sempre a sfondo sociale; uomini sempre stranieri passando davanti ai negozi con un pennellino e un secchiello propongono la lubrificazione delle serrande, a prezzo modici, gruppi di stranieri, organizzati con strumenti ad hoc, rampini e ganci, aprono i vagonetti della spazzatura e dopo una ispezione approfondita, prendono quello che serve loro lasciando tutto il resto per terra, accanto ai contenitori; giovinastri, stranieri, presidiano le casse automatiche dei parcometri e guardano famelici gli automobilisti che pagano il posteggio, altri ancora più aggressivi si improvvisano posteggiatori, abusivi, e indicano come se fossero dei vigili, i posti liberi a chi arriva. Chi sale sul bus o sul treno, in certi orari, è costretto a viaggiare in piedi, perchè plotoni di venditori ambulanti si fiondano nei vagoni e occupano la quasi totalità dei posti anche con la loro merce e con i piedi scalzi che allungano sui sedili dove avresti piacere di posare il tuo sedere, dato che hai pagato il biglietto e loro magari viaggiano a sbafo. E’ notte fonda , finalmente sono nel mio letto ma non riesco a dormire, giù in strada altri stranieri, berciano e litigano nei loro dialetti incomprensibili, appena se ne vanno a prendersi a pugni da un’altra parte, ne arriva un altro che dialoga al telefono , forse con l’altra sponda del Mediterraneo visto il volume della sua voce. Dopo qualche minuto arriva un SUV con un balcanico a bordo che alza il volume della radio a 140 decibel, diffondendo melodie orientaleggianti di altre terre, di cui francamente farei a meno e io mi sento realmente straniero a casa mia, dove sono nato e da dove quanto prima partirò, visto l’andazzo.

Roberto Nicolick

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