Divisione e incertezza

Profughi, la Prefettura alza i “limiti”: tensione tra i sindaci del savonese

Profughi: tunisini partiti da Osiglia e diretti ad Albenga

Savona. Tensione tra i sindaci, ancora divisi sulla gestione dell’emergenza profughi nel savonese. E’ quanto è emerso dal vertice in Prefettura che si è svolto questa mattina con al centro il tema dell’immigrazione: non sono mancate ancora una volta polemiche tra i comuni che hanno già accolto parecchi rifugiati e altri che sembrano restii al piano accoglienza e non vogliono concedere altri spazi.

Insomma lo scontro continua, così come l’insoddisfazione dei sindaci: “Non sono pienamente soddisfatto per il nuovo bando, sono stati fissati criteri diversi, i tre richiedenti asilo ogni mille abitanti sono diventati cinque, ed il sottoscritto aveva suggerito di aspettare…Invece…” afferma il sindaco di Albissola Marina Gianluca Nasuti.

“Nella riunione non è stato valorizzato la distinzione tra chi già ospita e chi no e questo ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, anche perché un Comune come il nostro, già al massimo dell’accoglienza, sarà costretto a trovare nuovi spazi e soluzioni” conclude Nasuti.

E proprio l’innalzamento dei “limiti” imposti sull’accoglienza dei profughi ha fatto mandare su tutte le furie alcuni sindaci del savonese.

Uno dei sindaci che hanno adottato la linea dura sull’arrivo dei profughi è quello di Alassio, Enzo Canepa, che manifesta le sue preoccupazioni: “E’ ormai troppo tempo che non c’è una soluzione definita, gli spazi e le strutture nelle località costiere sono quelle che sono e di più non si può fare, le comunità e gli enti locali non hanno a disposizione risposte immediate”.

“Stiamo parlando ormai di una emergenza praticamente quotidiana e il problema resta ancora sul tavolo, mi pare” conclude Canepa.

“E’ un bando dove si cerca di gestire una emergenza che è presente e costante sul nostro territorio. Lo 0,5% proposto dalla Prefettura è giusto valutarlo e verificarlo assieme” sottolinea il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio.

“Solo 30 comuni su 69 della Provincia di Savona sta accogliendo i profughi, per questo serve una gestione unitaria e coordinata da parte dei sindaci per gestire e non subire questo problema, dando massima disponibilità: con la quota stabilita si può iniziare a programmare anche progetti lavorativi e iniziative di integrazione” conclude il primo cittadino savonese.

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