Alassio. C’è un filo che collega direttamente Alassio con Mondovì e che alimenta una certa preoccupazione. I due italiani rapiti in Libia lavorano per la Con.I.Cos, la società di costruzioni di Mondovì che gestisce il Grand Hotel di Alassio, l’albergo che solo poche settimane fa ha ospitato la principessa araba.
“Siamo vicini alle famiglie dei due operai sequestrati- dice Marco Melgrati, ex sindaco di Alassio – perché la Coicos, presente in Libia dal 1982 dai tempi di Gheddafi, è la stessa azienda che gestisce l’albergo aperto dal 2010 dopo tre anni e mezzo di restauri. Conosciamo bene il valore di questa azienda che è presente in Italia come all’estero ad esempio in Libia, Algeria, Nigeria, Costa D’Avorio. Da sempre si occuopa in modo significativo nel settore delle costruzioni da oltre 30 anni. Azienda che spazia in diversi campi di intervento e nel nostro caso anche nel settore turistico-ricettivo”. Il Grand Hotel di Alassio, come i parcheggi, il centro talassoterapico per 85 anni saranno gestiti dalla Con.I.Cos, ovvero Contratti internazionali Costruzioni.
Azienda che è nata nel lontano 1977, dall’associazione di Celeste Bongiovanni e Giorgio Vinai, entrambi con alle spalle un ventennio di attività individuale nel campo delle costruzioni stradali, industriali e portuali. L’azienda ha continuato a dedicarsi all’ingegneria civile, ma estendendo il proprio ambito operativo, portando avanti l’attività imprenditoriale all’estero e diversificando ulteriormente le linee di prodotto. Ed ecco che, sotto l’amministrazione Melgrati, si è occupata del Grand Hotel che è bene ricordare è comunque di proprietà del Comune ma affidato nella sua gestione all’azienda cuneese. Tra l’altro, proprio nell’anno in cui veniva aperto il lussuoso albergo di Alassio, la Con.I.Cos è’ stata completamente acquisita dal socio Vinai che oggi prosegue la sua attività immobiliare prevalentemente in Italia , ma che ha concentrato il business delle opere civili e infrastrutturali in Libia.