Cengio, Un invito ad effettuare un sopralluogo presso l’ex Acna di Cengio. Lo ha rivolto la delegazione dei 17 Comuni attorno al sito industriale valbormidese alla commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, che indaga su un traffico illegale di rifiuti. Secondo i sindaci della zona dal 2009 poco o nulla è stato fatto, dopo la gestione del commissario, per salvaguardare la salute pubblica.
“Una volta che è cessata la gestione commissariale nel 2009 – sottolineano i sindaci – è finito anche ogni coinvolgimento e informazione al territorio sul quale pende un cumulo di rifiuti tossici stimato oltre 5 milioni di metri cubi che ne fa il più grande tra quelli conosciuti, circondati da poderose opere di contenimento (spesi ad oggi oltre 450 milioni di euro), ma con una efficacia finale molto dubbia, come dimostrano i riscontri analitici che abbiamo fornito”. Gli stessi sindaci hanno evidenziato l’aumento continuo di casi di tumore da esposizione alle ammine aromatiche, dati i tempi di incubazione ultratrentennali di queste patologie, riconosciute e indennizzate come “rischio chimico” su richiesta dell’Associazione Lavoratori ACNA (legge 350/2003)”.
I Comuni, in questa annosa vicenda, guidati Pier Giorgio Giacchino, insieme al sindaco di Saliceto Enrico Pregliasco, sono tutelati dall’avvocato Nadia Brignone dello studio legale Caratti e Brignone di Cairo Montenotte. Una delegazione è stata ricevuta in audizione dalla Commissione parlamentare di inchiesta per illustrare la situazione dell’area sette anni dopo la fine della gestione del commissario sottolineando come l’emergenza sia tutt’altro che finita.