5) NESSUNO HA SENTITO. Un dato che da subito ha destato stupore, anche tra i giornalisti presenti sulla scena del crimine quella mattina, è il fatto che nessun vicino abbia riferito di aver udito il colpo di pistola, che si presume sia stato esploso durante la notte. L’unico essere vivente ad aver avvertito qualcosa, quel giorno, potrebbe essere un cane che poco dopo l’una ha improvvisamente iniziato ad abbaiare. Un “silenzio assordante”, visto il rumore generato da una CZ75 SP01 Shadow (alcuni esempi nel video qui sopra), oltretutto tenendo conto che il fatto non è accaduto in centro città di giorno, ma in piena notte e in una via relativamente isolata. E la pistola di Bonello non era provvista di silenziatore (che peraltro in Italia è illegale: gli unici autorizzati ad usarli sono i corpi armati dello Stato).
6) IL MESSAGGINO. “Mauro perdonami”. Due semplici parole inviate via sms da Luisa Bonello all’ex marito Mauro Acquarone all’una di notte: è stato lui, quando lo ha letto alle 7 del mattino, ad intuire la tragedia. Un particolare però non ha mai convinto chi era vicino alla donna: per quanto la relazione tra i due fosse cessata da tempo, i rapporti erano rimasti amichevoli tanto che lei continuava a chiamarlo non con il nome di battesimo, ma con l’affettuoso nomignolo “Topi”. Un vezzeggiativo che usava sempre, ma, evidentemente, non quella notte.
7) IL TESTAMENTO. Accanto al corpo della donna, sul comodino, è stato ritrovato un testamento con le sue ultime volontà. Nessuno ha mai messo in dubbio (almeno ufficialmente) che la scrittura fosse effettivamente quella di Luisa Bonello; tuttavia non si capiscono le ragioni di quello scritto che, al di là di alcune generiche accuse lanciate ai rappresentanti della Chiesa savonese, non modifica nella sostanza quanto già deciso dal testamento redatto a suo tempo. E allora perché scriverne uno nuovo, per di più in un momento così emotivamente complesso?
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