Dopo il mise

Tirreno Power, sindacati soddisfatti ma cauti: “Non possiamo abbassare la guardia”

Dal tavolo di ieri al ministero sono emersi "segnali positivi che ci aspettavamo, seppur all’interno di un percorso che sarà lungo e non indolore”"

Vado, lo sciopero lavoratori Tirreno Power

Vado Ligure. “È stato un incontro interlocutorio, anche se ci sono stati alcuni passi avanti. Ora lavoreremo senza sosta finché non avremo individuato il percorso che ci consentirà di tutelare il più possibile i livelli occupazionali e le persone che in Tirreno Power hanno investito lavoro e competenze”.

Così il vice ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova è intervenuta ieri in occasione del tavolo romano sulla crisi di Tirreno Power. Le segreterie nazionali di Filctem, Flaei e Uiltec condividono la posizione del numero due del Mise ed esprimono “un parere cauto ma positivo a valle dell’incontro di ieri” dal quale sono emersi “segnali positivi che ci aspettavamo, almeno da parte del Governo, seppur all’interno di un percorso che sarà lungo e non indolore”.

Proseguono i sindacati: “Il vice ministro come sintesi dell’incontro ha dato queste garanzie: apertura entro la fine di settembre del tavolo di settore per trovare soluzioni complessive alle problematiche da sempre evidenziate dalle organizzazioni sindacali confederali, relativamente al settore termoelettrico; possibilità di utilizzo della cassa in deroga fino a fine anno da parte delle Regioni e, in alternativa, se le risorse a livello regionale non sono disponibili, le stesse saranno messe a disposizione a livello centrale”.

E ancora: “La possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali previsti all’articolo 42 del decreto legge numero 148 del 14 settembre 2015 per tutto il tempo strettamente necessario a trovare soluzioni che mettano in salvaguardia il posto di lavoro dei lavoratori in eccedenza; la convocazione nei primi giorni di settembre, in formazione ‘tecnica e ristretta’ (una persona per Regione, organizzazione sindacale, ministeri competenti), per studiare soluzione concrete da applicare ai lavoratori di Tirreno Power; l’apertura di una fase serrata azienda-sindacati-istituzioni, a livello nazionale e locale, al fine di trovare soluzioni utili a limitare al massimo l’impatto negativo sui lavoratori”.

“Abbiamo voluto evidenziare questo ultimo punto, in quanto crediamo sia giunto il momento che Tirreno Power e i suoi azionisti prendano atto che molto si può ancora fare mettendo in campo soluzioni praticabili e responsabili. Le segreterie nazionali, in accordo con la delegazione trattante, in questi due lunghissimi anni, hanno sempre messo in evidenza ciò che nell’organizzazione del lavoro può essere fatto in maniera diversa e più rispondente alle esigenze dell’azienda e dei lavoratori. A settembre nulla sarà lasciato al caso e Tirreno Power, coi i suoi azionisti, saranno chiamati a mettere energie in campo, utili alla soluzione del problema occupazionale”.

“Ci sono esigenze delle banche? Vengono prima i Lavoratori e le loro famiglie – dicono senza mezzi termini i sindacati – Lo abbiamo detto e ripetuto più volte; non è questa una crisi in cui a pagare possono essere i lavoratori. Le responsabilità di questa crisi sono ben precise (e non ci stiamo riferendo principalmente alla crisi (vera) che ha investito il settore elettrico) e per questo tutti devono fare la parte che gli spetta. È arrivato il momento della chiarezza definitiva: nessuno potrà più nascondersi”.

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