Clamoroso

Incontro “clandestino” a Finale Ligure: Sgarbi e Grillo trattano la nascita di un nuovo partito?

Il critico pubblica un'immagine dei due a tavola insieme: "Stiamo trattando"

beppe grillo vittorio sgarbi

Finale Ligure.Sto trattando con Grillo la fondazione del “Movimento 7 Stelle”. Per lui, più che di lato, è un passo avanti“. Firmato, Vittorio Sgarbi. Ecco le venti parole pronte a scuotere il mondo della politica italiana: il critico d’arte le lancia su Facebook a corredo di un’immagine, che mostra i due seduti insieme ad un tavolo, intenti a discutere. Il geotag recita: “presso Finale Ligure“.

Finale teatro dunque della nascita di un nuovo partito politico, che unisce la forza dei numeri del M5S (attualmente primo partito in molte città italiane, e fresco vincitore a Roma e Torino) all’appeal mediatico di Sgarbi? Difficile crederlo. Un po’ perché i toni sembrano ironici, un po’ per la storia della Monna Lisa: recentemente infatti, con un’abile mossa pubblicitaria, il critico ha fatto credere per giorni agli italiani di essere partito “in missione” in auto per riportare la Gioconda in Italia, salvo poi svelare che la “Monna Lisa” altro non era che un’auto.

Il proclama di Sgarbi, quindi, ha tutti i contorni della boutade. Tanto che gli stessi utenti del social network stentano a credere alle sue parole: qualcuno commenta seriamente, qualcuno lo insulta (Sgarbi non è mai stato tenero nei confronti del MoVimento, in un caso definì Grillo addirittura “assassino” e i suoi membri “picciotti”), ma la maggior parte annusa l’aria di bufala. “Qual è lo sponsor stavolta?”, ci si chiede.

Solo il tempo potrà dire cosa c’è di vero nel presunto “Movimento 7 Stelle”, o svelare il retroscena dietro l’eventuale scherzo. L’unica certezza, al momento, è che un MoVimento 7 Stelle esiste già: è il “MoVimento 7 Stelle di Hokuto“, partito fittizio di natura goliardica che impazza su Facebook con la sua pagina. Più di 18.500 seguaci per un “partito” che sostiene di essere stato fondato nel 1999 e si descrive così: “Siamo all’inizio del 21° secolo. Il mondo è devastato dalla crisi economica. I posti di lavoro sono scomparsi, e le buste paga sono desolati deserti. Tuttavia, il popolo italiano era sopravvissuto…“. Finzione, ma neanche troppo.