Varazze. Gli specchi parabolici trasmettono un falso senso di sicurezza favorendo un comportamento meno prudente degli automobilisti: è quanto sostiene Anas in una raccomandata inviata all’avvocato del sindacato dei conducenti di linea Faisa-Cisal.
Tutto nasce da un incidente avvenuto in passato nella curva al km 558+800 a Varazze (in foto), nel quale si erano scontrati un bus di linea e un Tir. Per scongiurare simili eventualità, il sindacato degli autisti aveva chiesto ad Anas l’installazione di uno specchio parabolico: si tratta di uno di quegli specchi rotondi che, posti al centro della curva, permettono ai mezzi che provengono da entrambe le direzioni di veder sopraggiungere i veicoli provenienti dalla direzione opposta.
Una richiesta che è stata rifiutata da Anas: “Pur condividendo le preoccupazioni per la pubblica incolumità – recita la risposta – la soluzione di installare uno specchio parabolico non è possibile in quanto non garantisce una sicura visibilità dei veicoli nel senso opposto di marcia. Infatti tali dispositivi, oltre ad essere soggetti a danneggiamenti, sporcizia e fenomeni di condensa che ne riducono sensibilmente la funzionalità, non sono in grado di garantire l’avvistamenti a distanza utile per porre in atto le misure necessarie per evitare collisioni”.
Inutili, dunque. Ma anche dannosi: “La loro presenza – spiega Anas – trasmette un senso di sicurezza non vera e per tale motivo favorisce un comportamento meno prudente degli automobilisti che approcciano la curva”. E la richiesta non è stata accolta.
Una tesi che lascia perplesso l’avvocato Ivano Lusso, legale del sindacato: “La lunghezza dei mezzi – spiega – ed il diametro della curva comportano la certezza geometrica della collisione”. E lo specchio dunque sarebbe un aiuto irrinunciabile e non sostituibile con la “semplice” prudenza. “Qualora dovessero verificarsi incidenti, a mio avviso – accusa l’avvocato – sarebbe atto dovuto la presentazione di un esposto in Procura”.



