Voce

Albenga, il sogno del giovane cantante lirico Rino Matafù: “Vorrei cantare alla Scala e a New York”

Il 25enne tenore albenganese si esibisce in concerti in giro per il mondo, tra chiese e teatri

Rino Matafù Cantante Lirico Albenga

Albenga. È una giovane promessa albenganese della musica lirica. Si chiama Rino Matafù e abita da diversi anni nella città delle torri. Allievo attualmente del tenore di Alassio Andrea Elena, spesso impegnato nelle parrocchie della diocesi ad accompagnare con la sua voce le funzioni dei matrimoni, la redazione di Avvenire lo ha incontrato per conoscere la sua storia.

“Sono nato a Savona il 23 dicembre 1990 – racconta – Lì ho vissuto per un po’ di anni, poi mi sono trasferito a Villanova e adesso abito fisso ad Albenga dal 2009 con i miei genitori e mio fratello. Ho 25 anni e sono diplomato in dirigente di comunità”.

Matafù arriva da Bocca di Magra, dove era in tour con il Carlo Felice di Genova: “Prima ancora ero a Salso Maggiore, dove ho partecipato al secondo Roncole Festival Verdiano. Sono un cantate lirico, anche se arrivo dalla musica leggera. Ho iniziato a cantare, per la prima volta, a 13 anni, in famiglia e poi in giro nei locali con i miei genitori. Nel concerto canti le arie, quindi già l’abito è diverso, puoi arrivare con il tuo smoking e papillon. Classico il concerto di Pavarotti. Invece nell’opera, più impegnativa, si recita, debutti il ruolo, con costumi, trucco e scena.”.

Gli obiettivi sono chiari: “Per un cantante lirico il massimo è sognare la Scala a Milano o il Metropolitan Opera House di New York. Io per ora studio e cerco di dare il massimo. Cosa studi? Attualmente mi dedico allo studio in masterclass di canto, perché sono già inserito nei teatri, dopo aver fatto il Conservatorio prima ad Alessandria e poi a Genova. Il cantante lirico studia per tutta la vita il ruolo che ogni volta debutta, oltre alla tecnica vocale, per i concerti e le opere.

Rino è arrivato al canto lirico “cantando musica leggera da piccolo, sia la mia famiglia sia chi mi ascoltava sentivano la voce di un adolescente che andava verso una tonalità impostata, vibrata, predisposta all’acuto. È li che ho scoperto di poter fare la lirica. Ti sei mai pentito di qualche scelta artistica? Forse sì, anzi sì. Da bambino ballavo e la gente apprezzava. Non sono riuscito purtroppo a studiare danza classica, anche perché a 13 anni ho cominciato a cantare. Magari più avanti farò un po’ di tango con la mia fidanzata”.

Rino ha tanti sogni nel cassetto, ma “prima di tutto una famiglia e una casa con tanti figli e animali. Mi piacerebbe aprire un ospedale gratuito per gli animali, il grado di civiltà lo raggiungeremo quando si aprirà una struttura del genere. Le città che ami di più? Tutta l’Italia è un museo stupendo. Penso a Bari, Milano e Roma. Mi piacerebbe visitare New York e le riserve nel nord America per incontrare i nativi americani, popolo che amo e rispetto profondamente.

Chi non conosce Rino può scoprirlo ascoltando “l’aria dei Pescatori di perle di G. Bizet, perché ha la particolarità degli acuti in pianissimo con dei do di petto ed io, quando sto bene, ci riesco. Il primo disco che ho comperato? Forse Michael Jackson, anche se quando ero nel grembo materno, la mia mamma mi faceva ascoltare Elton John e Renato Zero. I miei contanti preferiti nella leggera sono Michael Jackson che canta e balla come vorrei essere io; poi, Renato Zero e Celine Dion. Nella lirica, Luciano Pavarotti in primis, Mario Del Monaco. Amo poi la musica etnica di ogni popolo perché in essa è racchiusa la sua storia, vissuto e tradizioni e questo mi emoziona tantissimo”.