Regione. Approvati oggi dalla commissione regionale III Attività produttive gli emendamenti presentati dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico e al Commercio Edoardo Rixi al ddl di modifica al testo unico sul commercio sugli insediamenti delle grandi superfici di vendita.
“Le modifiche al testo sono il frutto dei sopralluogo svolti in questo mese sul territorio, dell’ascolto dei sindaci e delle associazioni – ha commentato l’assessore Rixi – come ho già detto, il ddl è stato volutamente presentato come testo aperto, quindi disponibile alle proposte dei territori e delle parti coinvolte”.
Le principali novità introdotte dagli emendamenti approvati oggi riguardano l’applicazione di parametri e criteri di carattere urbanistico-ambientale per l’individuazione delle aree per l’insediamento di nuove grandi superfici di vendita.
“La Regione Liguria darà un parere preventivo all’inizio dell’iter autorizzativo per l’insediamento di nuovi superfici di vendita, che sarà comunque possibile solo su suolo già edificato, facendo riferimento a criteri di carattere ambientale, tenendo conto di parametri su inquinamento, rischio idrogeologico, viabilità e aree di pregio urbanistico – ha spiegato l’assessore Rixi – abbiamo introdotto, inoltre, una fascia di garanzia fino a 800 metri lineari dai centri storici, a discrezione dei Comuni, all’interno della quale sono consentite solo superfici di vendita fino a mille metri quadri”.
Introdotte anche misure a tutela delle piccole attività commerciali. “Una percentuale degli oneri di urbanizzazione versati dalle grandi superfici di vendita andrà a sostegno dei Civ, Centri integrati di via, e quindi per la promozione dei negozi di vicinato” ha concluso l’assessore Rixi.
“Ritengo che il lavoro svolto dalla commissione e dalla giunta abbia dato un buon risultato – ha concluso Rixi – come anche dimostrato oggi dall’assenza di voti contrari. Il ddl va avanti, con l’obiettivo di garantire certezze agli operatori, tutela del territorio e della salute dei cittadini.
Per il Pd si è verificato un “colpo di scena: Toti-Rixi uno a zero. Il presidente scavalca il suo assessore, gli stravolge la legge sul Commercio e lo obbliga a venire in commissione con sette articoli su sette cambiati. E Rixi cosa fa? Invece di dimettersi li presenta pure. Chapeau, premio al muro di gomma. Perché non ci sono altre parole per definirlo”.
“D’altra parte che la Legge sul Commercio della Giunta Toti fosse un pasticcio, come Gruppo Pd, l’avevano detto già nei mesi scorsi. Ma adesso sembrano essersene finalmente accorti anche gli stessi promotori. Come detto, infatti, questa mattina, in Commissione III, l’assessore Rixi ha presentato sette emendamenti ai sette articoli della sua legge, che stravolgono completamente il testo e il senso di quella norma che lui stesso aveva promosso e difeso a spada tratta”.
“In poche parole la giunta ha presentato un altro testo, sconfessando se stessa e facendo retromarcia. A questo punto il Partito Democratico ha chiesto che ripartisse l’intera discussione sulla nuova norma – perché di questo si tratta quando si modificano sette articoli su sette – e si spostasse al 30 settembre la proroga fissata al 31 luglio che blocca l’iter per la realizzazione di nuovi centri commerciali. La maggioranza di centrodestra però ha deciso di andare avanti senza ulteriori proroghe e dibattiti, operando l’ennesima forzatura nei confronti della Legge sul Commercio. Una legge che era nata con l’unico scopo di portare Esselunga a Genova – senza alcun riguardo per gli effetti che questa forzatura avrebbe avuto sul resto del territorio ligure – e che oggi viene modificata radicalmente, senza alcuna possibilità di discussione, visto che fra dieci giorni scade la proroga”.
“Di fronte a quest’ennesimo atto di indisponibilità, oggi i consiglieri del Pd e cioè Juri Michelucci, Giovanni Lunardon, Luca Garibaldi, Valter Ferrando e Giovanni Barbagallo – che fino a questo momento avevano cercato di affrontare con spirito costruttivo la discussione intorno a questa norma – hanno deciso di abbandonare l’aula e di non votare”.
“Il Testo unico sul Commercio varato nella legislatura precedente – ha ricordato la capogruppo del Pd Raffaella Paita – aveva ottenuto l’unanimità dei voti del Consiglio, dopo una lunga discussione fra le diverse forze politiche. L’attuale maggioranza di centrodestra, invece, preferisce evitare il confronto, con i consiglieri ma anche con gli enti locali e le associazioni di categoria”.
“E così fra dieci giorni ci troveremo tra le mani una legge caos e frutto di una forzatura di parte, nata senza il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati”.
“Vedremo i contenuti di queste innovazioni alla norma. Non è escluso che siano state accolte anche alcune nostre richieste, ma visto che è stata stravolta interamente una legge, servono una pausa e una nuova discussione. Sulla crescita e lo sviluppo del nostro territorio i pasticci non sono accettabili” conclude.