Lui vs lui

Condannato per maltrattamenti in famiglia: la denuncia era dell’ex compagno

I due cinquantenni hanno convissuto per 15 anni, ma poi la relazione si era interrotta in maniera burrascosa

Savona Tribunale

Savona. E’ stato condannato a sedici mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per l’accusa di maltrattamenti in famiglia verso l’ex convivente. Potrebbe sembrare uno dei tanti casi di violenza domestica che vengono affrontati ogni giorno nelle aule di tribunale, ma la sentenza di questa mattina aveva una particolarità: riguardava una (ormai ex) coppia omosessuale.

A giudizio infatti c’è un cinquantenne che doveva rispondere dell’accusa di aver fatto subire al suo ex compagno, suo coetaneo e con il quale ha convissuto per più di 15 anni, vessazioni fisiche e psicologiche.

La denuncia era scattata negli ultimi mesi dell’anno scorso ed aveva portato il gip del tribunale a notificare un divieto di avvicinamento all’uomo da parte dell’ex convivente (misura che oggi è stata revocata a fronte della sospensione condizionale). Poi dalla Procura era partita la richiesta di giudizio immediato per il cinquantenne e così il caso era arrivato davanti al giudice Francesco Giannone che oggi ha anche condannato l’imputato a risarcire la parte civile (la quantificazione del danno dovrà avvenire in sede civile).

Secondo la contestazione della Procura, il cinquantenne, in diverse occasioni, nel periodo tra il 2010 ed il settembre del 2015 (quando la relazione tra i due era finita), durante banali discussioni avrebbe colpito il convivente con calci, schiaffi (tanto che in tre occasioni si è fatto refertare per lesioni lievi), ma lo avrebbe anche insultato. In una delle liti gli avrebbe anche preso il cellulare per poi cancellargli tutta la rubrica del telefono.

Un episodio che è stato richiamato durante la discussione anche dal legale di parte civile Francesca Rosso che ha sottolineato come la vittima si trovasse in uno stato di ansia a causa del comportamento del compagno. Una tesi contestata dal legale dell’imputato, l’avvocato Camilla Fasciolo, che ha ricordato come, anche dopo la fine della relazione, l’autore della denuncia in più di un’occasione aveva scritto all’ex dei messaggi (in alcuni casi per accordarsi sulla restituzione di effetti personali, ma in altri anche per mandare delle barzellette o dei video spiritosi).

“Se avesse avuto paura non lo avrebbe mai cercato” ha sottolineato l’avvocato Fasciolo che ha anche fatto leva sulla mancanza del requisito dell’abitualità dei comportamenti violenti: “In 16 anni di relazione ci sono solo tre episodi documentati e peraltro con lesioni di lieve entità. Nell’ultimo di questi, tra l’altro, anche il mio assistito aveva riportato delle lesioni con progonosi di 25 giorni e quindi le violenze erano state reciproche”. Una ricostruzione che non ha però convinto il giudice che ha condannato l’uomo (le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni). La difesa ha già annunciato che valuterà se fare ricorso in Appello.

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