Borghetto Santo Spirito. Un “buco” di bilancio di oltre 3 milioni di euro, un Comune commissariato, un paese senza guida (al di là dell’attività ordinaria) ma anche e soprattutto tante altre questioni ancora in sospeso.
Le dimissioni del sindaco Giovanni Gandolfo e della maggioranza degli undici consiglieri e la conseguente decadenza dell’amministrazione comunale a seguito dell’emersione di una “voragine” finanziaria di ben 3 milioni e 400 mila euro non soltanto minacciano di paralizzare la vita di Borghetto per i prossimi mesi (al netto di quelle che saranno le iniziative del commissario nominato dal prefetto) ma potrebbero avere conseguenze molto più rilevanti sulla vita dei cittadini, dei dipendenti comunali e delle altre realtà strettamente collegate al Comune.
Cominciamo da lontano. Attualmente, Borghetto Santo Spirito si trova sprovvisto di amministrazione comunale. La decisione di sei consiglieri comunali di rassegnare le dimissioni ha segnato ufficialmente la fine del primo mandato di Gandolfo. Il sindaco dimissionario aveva 20 giorni per ritornare sui propri passi, ma con la mossa di oggi di Moreno, Angelucci, Villa, Picasso, Arecco e Musuraca questa possibilità è stata preclusa.
A questo punto il commissario prefettizio subentrerà già nei prossimi giorni e non dopo i 20 giorni di “bonus” concessi dalla normativa. Il commissario, come noto, non può avviare iniziative politiche ma deve limitarsi all’ordinaria amministrazione. Vista questa prerogativa, è improbabile che il delegato del prefetto metta mano alle questioni di bilancio ed elabori il piano di rientro del “buco” di bilancio a cui stava già lavorando l’amministrazione uscente.
Questa procedura, infatti, prevede la possibilità di avviare una serie di iniziative straordinarie per ripianare i bilanci. I piani di rientro hanno durata pluriennale e quindi appare improbabile che un “traghettatore” vincoli con decisioni politiche l’attività dell’ente pubblico per diversi anni a venire.
Le conseguenze più gravi dal punto di vista politico e amministrativo arriveranno proprio dal piano di rientro. La normativa, infatti, stabilisce che in un contesto di emergenza finanziaria possano essere prese “misure straordinarie”, come ad esempio un aumento del prelievo fiscale (quindi un aumento delle tasse a carico dei cittadini) e tagli alle spese superflue (come quelli già messi in atto sulle manifestazioni estive e sulle assunzioni di vigili stagionali).
Ma i tagli potrebbero riguardare anche il personale comunale. Un decreto ministeriale del 2014, infatti, stabilisce che i Comuni in dissesto (come potrebbe essere Borghetto) devono avere un numero massimo di dipendenti comunali in rapporto alla popolazione residente. A seconda dei periodi, Borghetto ha una popolazione che oscilla di poco sopra o sotto la soglia dei 5 mila abitanti. I paesi sotto questa soglia devono avere un dipendente ogni 143 abitanti, mentre quelli sopra questa soglia ed entro i 9 mila e 999 abitanti devono averne uno ogni 151 abitanti.
Borghetto pare non rispettare alcuna di queste medie e quindi è possibile che i dipendenti in esubero (che sarebbero più di 40) possano essere messi in mobilità per i prossimi 24 mesi così come previsto dalla normativa. Ciò comporterebbe un risparmio non indifferente e contribuirebbe a ripianare non poco i problemi di bilancio.

In sospeso anche il futuro dell’attuale segretario generale, che essendo stato nominato direttamente dalla giunta uscente ne potrebbe inevitabilmente seguire le sorti. E’ difficile, comunque, che il commissario prefettizio faccia a meno della professionalità del responsabile principale del funzionamento della macchina comunale.

Ma in sospeso ci sono anche altre questioni. Il Comune di Borghetto, infatti, è uno dei due soci di maggioranza della Servizi Ambientali, la società a partecipazione pubblica che gestisce il depuratore consortile delle ex cave di località Cappellotti. L’altro socio di maggioranza è Loano. I patti parasociali tra i due enti pubblici stabiliscono che a loro spetta la nomina dei vertici societari (a Loano l’amministratore delegato, a Borghetto il presidente) e del consiglio d’amministrazione. Il mandato di Alessandro Vignola (attuale Ad) e Mario Baucia (attuale presidente) e dei membri del Cda è in scadenza e quindi occorrerà procedere con la scelta dei loro successori.
Questi, tra l’altro, avranno il delicato compito di traghettare la società all’interno di “Ponente Acque”, la nuova realtà pubblica che gestirà il ciclo dell’acqua del nuovo ambito territoriale del ponente savonese. Senza il sindaco e l’amministrazione, dunque, questa nomina non potrà essere effettuata e quindi è possibile che l’attuale management resti al proprio posto ancora qualche mese.

Già, qualche mese. Perché tra le altre “cose” da fare, c’è anche la necessità di dare al paese un nuovo sindaco e una nuova amministrazione comunale. E’ possibile che le elezioni si tengano a maggio o giugno del prossimo anno e quindi che il commissario prefettizio resti in carica fino alla fine della legislatura che sarebbe dovuta essere di Gandolfo. Ma viste le necessità impellenti del Comune (prima di tutte la stesura del piano di rientro del “buco” di bilancio) è possibile che queste siano anticipate. E che magari si tengano a ottobre, quando gli italiani andranno già alle urne per il referendum costituzionale.
In entrambi i casi, chi deciderà di candidarsi alla carica di sindaco sa perfettamente che in caso di vittoria dovrà farsi carico di una situazione amministrativa assai difficile. Nonostante questo, le manovre paiono essere già cominciate.
leggi anche

Borghetto, Gandolfo si dimette: maggioranza e minoranza si erano unite per sfiduciarlo

Borghetto, amministrazione e minoranza a confronto sul buco di bilancio: chiesto un “atto di responsabilità”

Borghetto, nel bilancio un “buco” di oltre 2 milioni. Gandolfo: “Al lavoro per risolvere la situazione”

Borghetto senza amministrazione, l’ex consigliere Roascio: “Uniti per far rialzare il paese”

Buco di Bilancio a Borghetto, Assoutenti crea un comitato per tutelare cittadini e categorie
