Ancora certezza

Respinta proroga concessioni: “Il governo non tutela le imprese balneari”

balneari Striscia

Liguria. “Apprendiamo dal Sen. Gasparri (FI) e dal Sen. Centinaio (Lega Nord) che il governo non ha voluto approvare le mozioni di Forza Italia e Lega Nord che chiedevano al governodi impegnarsi a stabilire una proroga di 30 anni per le concessioni balneari italiane, come per altro richiesto da tutte le associazioni nazionali di categoria”. L’annuncio arriva dall’associazione Donnedamare, in prima linea nella vertenza dei balneari sulla direttiva Bolkestein.

“Bocciando tale mozioni – evidenzia Bettina Bolla, presidente di Donnedamare – il governo ha ancora una volta manifestato il suo totale disinteresse nei confronti di 30 mila famiglie italiane. Al loro posto è stato preferito il testo della maggioranza che continua a parlare di “congruo periodo transitorio” senza voler fissare un termine temporale, ricordando le bozze di decreto legge che circolavano lo scorso anno, dove al posto dei 30 anni richiesti c’erano soltanto dei puntini. Puntini che dopo anni di lotta e di discussione – aggiunge Bolla – non sono più accettabili, né dal lato economico e dello sviluppo turistico (è impossibile infatti fare investimenti importanti per migliorare lo stabilimento balneare e giocoforza l’offerta turistica), né dal lato umano e familiare (da anni viviamo in situazioni di incertezza normativa che si riflette sul benessere psico-fisico di ogni balneare, che non può contare su un lavoro stabile e duraturo, come il rinnovo automatico e il 6+6 avevano fatto credere)”.

“Se è vero come ha affermato oggi in aula il Sen. Tomaselli (Pd) che noi rappresentiamo “un settore tra i più significativi, peculiari e strategici dell’industria turistica nazionale. Un settore che, negli ultimi dieci anni, ha sofferto della precarietà e della indeterminatezza del proprio futuro. Un settore che ha straordinarie potenzialità per via della diffusa presenza sul territorio: 30.000 imprese che arrivano, durante l’estate, a occupare oltre 300.000 addetti” allora perché non darci i 30 anni, che risultano già di per sé un compromesso che abbiamo dovuto accettare, indispensabili ad ogni azienda per fare piani di investimento che saranno atti a migliorare l’offerta turistica del paese?” conclude l’associazione.

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