L'intervento

La sconfitta di Savona, il sindaco Arboscello: “Mi iscrivo al Pd per la ripartenza”

Il primo cittadino di Bergeggi pronto a scendere in campo e contribuire alla rinascita del partito

Roberto Arboscello Cristina Battaglia

Bergeggi. A poco più di una settimana dal ballottaggio il sindaco di Bergeggi, Roberto Arboscello, esce allo scoperto e sta meditando di iscriversi al Partito Democratico per la ripartenza.

“Ho lasciato trascorrere un po’ di tempo per riuscire a fare delle riflessioni a mente fredda – spiega il sindaco in un post – L’intenzione poi era quella di non farle, pensando addirittura fossero inutili. Quello a cui però assistiamo quotidianamente non mi lascia per nulla tranquillo e anzi aggiunge rabbia alla già presente delusione per il risultato elettorale”.

Secondo Arboscello non è il momento di cercare colpevoli o attribuire responsabilità. “Un’analisi lucida fa emergere come il Pd locale, provinciale e comunale, abbia fallito – puntualizza – Al momento del voto il pd savonese contava 188 iscritti in una città capoluogo di 61.000 abitanti e durante le varie fasi di campagna elettorale è stato incapace di dialogare con i propri iscritti, distante dai problemi comuni, dai lavoratori, dai giovani”.

Getta anche le basi per una riflessione politica più ampia: “Il partito locale va ripensato perché ha in alcuni momenti penalizzato il proprio candidato sindaco, peraltro un ottimo candidato, con tutte le caratteristiche che la gente oggi richiede. La delusione più grande -secondo Arboscello – è proprio vedere un partito che non si compatta e non prende le distanze nette nei confronti dell’ex candidato Sindaco, che dopo la sconfitta alle primarie ha perpetrato solo obiettivi di distruzione di Cristina Battaglia, del Partito Democratico savonese, ma soprattutto di mancanza di rispetto verso i tanti che lo avevano fedelmente sostenuto”.
Traccia anche un’ipotetica strada di rilancio: “È necessario ripartire con una nuova classe dirigente, con nuovi stimoli, con nuove idee. Mettiamo fine a correnti e personalismi. La futura classe dirigente dovrà innanzitutto essere capace di ascoltare, lavorare in una squadra, essere capace di scaldare il cuore e parlare al cervello delle persone, di farle tornare a credere in un progetto. Durante questa campagna elettorale ho visto molto entusiasmo, molta voglia di fare, molte idee, molte energie nuove e positive vogliose di mettersi in gioco e partecipare. Tutti chiedono a gran voce delle novità affinché si creino i presupposti per un partito inclusivo e per rispondere a queste sollecitazioni sto pensando di iscrivermi al Partito Democratico per dare anche io il mio contributo”.

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