L'analisi

Differenziata, Verdi sul dato ligure: “Critici, bisogna puntare su tariffa puntuale”

"L’organizzazione di questo sistema richiede ovviamente più tempo ed un impegno finanziario iniziale, ma funziona bene"

differenziata a tovo: cestini con codice
Foto d'archivio

Liguria. Ieri l’assessore regionale all’ambiente Giacomo Giampedrone ha reso noti i dati sulla raccolta differenziata in Liguria nel 2015. Numeri sui quali oggi arriva un’analisi da parte dei Verdi Savonesi.

“L’assessore regionale ha fornito i numeri sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani (RSU) nei Comuni liguri, a partire da Savona (31,62%) e Genova (34,57 %), ricordando quanto verranno penalizzati, con più tasse, tutti quelli che non raggiungeranno gli obiettivi previsti dalla legge (sanzioni di 25 Euro a tonnellata per ogni punto di differenziata in meno): i sacrifici, data la situazione, verranno sentiti molto di più dalle famiglie già in difficoltà economiche. Purtroppo la situazione è critica non solo a Savona ma anche nel resto della Provincia perché, nonostante l’entusiasmo dell’assessore, il numero dei Comuni virtuosi è aumentato di poco: sono circa una decina su ben 69 Comuni”.

“Calice Ligure, raggiungendo in poco tempo l’82,06 % ha dimostrato capacità organizzative veramente lodevoli, ma è stato imitato da pochi altri. Il problema del nostro Capoluogo si estende quindi sulla generalità degli altri Comuni che, entro il 2016, dovranno comunque cambiare registro. Tutti, entro il 30 marzo scorso, dovevano già obbligatoriamente presentare i nuovi piani necessari a raggiungere, secondo la nuova legge, almeno gli obiettivi del 45% di differenziata a fine 2016 e del 65% nel 2020” spiega Gabriello Castellazzi, portavoce dei Verdi savonesi.

“Di questi ‘piani’ si sa molto poco perché tanti assessorati non hanno ancora programmato i dibattiti pubblici essenziali al necessario coinvolgimento della popolazione. Alcune indiscrezioni indicano un orientamento generalizzato dei ‘piani’ verso il sistema ‘porta a porta’, certamente efficace per raggiungere dei risultati che, dove è stato adottato, si aggirano intorno al 60%. Ma tutti sanno che l’obiettivo ottimale, ovvero quello che potrebbe far avvicinare al noto ‘zero waste-rifiuti zero’ (100% nel recupero di materiali pregiati, maggior guadagno per riciclo con più lavoro pulito, meno tasse e meno inquinamento) è senza dubbio il sistema di raccolta con tariffa ‘puntuale’, dove giustamente ognuno paga solo per i rifiuti che produce”.

“L’organizzazione di questo sistema richiede ovviamente più tempo ed un impegno finanziario iniziale, ma funziona bene dove è già stato adottato (maggior salute pubblica e ritorno economico certo): Parma il 72%- Trento l’80% di differenziata. Per i piccoli Comuni vicini a noi vale l’esempio di Tovo San Giacomo (74,24% già nel 2014). In Toscana si fa notare Capannori (84,61% nel 2014). In Europa (Danimarca, Belgio, Olanda, Austria, Germania) la ‘tariffazione puntuale’ è ormai obbligatoria per legge. Perché noi siamo ancora troppo indietro e paghiamo più tasse? Perché abbiamo rinunciato a tanti posti di lavoro?” si chiedono i Verdi savonesi.

“L’Assessore Giampedrone dovrebbe avere il coraggio di ricordare, a tutti, quali amministratori e quali forze politiche nel recente passato hanno dormito sul problema, puntato nel frattempo, malauguratamente, su discariche e inceneritori: sistemi gravemente inquinanti, ormai in via di abbandono in tutti i Paesi civili, dove si preoccupano sul serio della salute dei cittadini e vogliono creare nuovi posti di lavoro eco-sostenibile” conclude Castellazzi.

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