Finale Ligure. Ha bisogno di denaro per la propria agenzia di viaggi, e così decide di rivolgersi a una finanziaria. Settemila euro, una cifra tutto sommato modesta, da restituire in 48 rate. Peccato che le rate siano da poco più di 222 euro l’una: il totale da rimborsare supera i 10.700 euro. Con un interesse totale che supera il 25%, ben oltre la soglia di usura.
La storia arriva da finale, dove Viola (nome di fantasia) ha deciso di sottoporre le proprie perplessità a Giorgio Brondi del Movimento Difesa del Cittadino. “Ci ha contattato perché temeva che il tasso fosse oltre la soglia di legge – racconta – e aveva ragione: nel dicembre 2013, quando ha stipulato il contratto, il tasso soglia vigente era del 18,99%“.

Mentre il TAEG pagato da Viola è del 25,46%, superiore di quasi 5 punti e mezzo. E così Brondi ha deciso di contattare la finanziaria, per chiedere le ragioni di tale anomalia. “Purtroppo non mi sono state date spiegazioni – riferisce – la risposta è stata che la sede locale obbedisce alle direttive della sede centrale“.
In realtà, analizzando a fondo la questione, tutto sembra essere legato alla corretta interpretazione delle disposizioni di Banca d’Italia. All’atto della stipula, infatti, Viola ha deciso di contrarre anche un’assicurazione del costo di 1.008 euro, portando quindi la cifra erogata da 7.000 a 8.008. Per la finanziaria, quindi, il TAEG applicato è solo del 16,37%, inferiore al tasso di usura; nel contratto di sottoscrizione, però, compare anche un secondo TAEG, che include i premi assicurativi “in ottemperanza alle Disposizioni di Trasparenza […] benché l’adesione alle coperture sia facoltativa”.

Secondo la finanziaria, quindi, il prestito è corretto e quel TAEG eccessivo è frutto di una scelta volontaria della cliente (sottoscrivere l’assicurazione facoltativa). Secondo Brondi, invece, la normativa prevederebbe che l’assicurazione sia inclusa nel calcolo del TAEG. “Anche perché il fatto che l’assicurazione sia facoltativa non sta in piedi – sostiene Brondi – certo le carte lo sostengono, ma sappiamo perfettamente che spesso i prestiti senza assicurazione non vengono concessi, mettendo il cliente davanti ad un obbligo ‘di fatto’. Inoltre non è possibile sceglierne una esterna, ma si è obbligati a stipulare quella ‘proposta’ dalla finanziaria: ed infatti l’importo finisce integralmente nelle rate del finanziamento”.
E così, per chiarire definitivamente la questione, Brondi ha deciso di presentare un esposto in Procura. “Troppe volte banche e finanziarie approfittano di situazioni al limite – conclude – contando sulla scarsa preparazione finanziaria dei clienti. Ed in ogni caso i funzionari locali non possono addurre come discriminante il fatto di eseguire delle direttive: indicazioni contro la legge non vanno seguite in nessun caso”.