Cengio. I quindici profughi, quattordici adulti e una bimba, sono ospiti in due appartamenti di via Marconi e via Valbormida. Sono alloggi affittati da cooperative. Ma la loro presenza a Cengio alimenta preoccupazioni e malumori. Ieri sera il caso è stato discusso nel consiglio comunale ed è stata un’assemblea tutt’altro che tranquilla. I consiglieri di minoranza hanno messo con le spalle al muro il sindaco Sergio Marenco perché “non ha emesso alcun provvedimento per rifiutare l’accoglienza dei migranti in paese”.
Un tema caldo e delicato che tra l’altro è stato affrontato anche da altri paesi dell’entroterra savonese con attacchi politici anche piuttosto infuocati. Durante l’assemblea lo stesso primo cittadino ha cercato di spiegare che si tratta di una vera e propria emergenza, complessa e difficile da gestire per i piccoli Comuni come Cengio.
E’ stato sottolineato come, probabilmente, un tavolo allargato a livello istituzionale con Provincia e Regione potrebbe essere utile per coordinare meglio come poter intervenire nella gestione dell’accoglienza dei profughi. “Da soli non possiamo fare granché: né opporci, né stabilire delle regole. Sappiamo dell’arrivo di questi gruppi di stranieri dalla Prefettura ormai a cose fatte. L’unico strumento che abbiamo a disposizione sono le tutele sanitarie per noi e per loro”.
Il trasferimento dei profughi sbarcati lungo le coste meridionali della Penisola è un argomento che tocca da vicino la Riviera di Ponente. A Ventimiglia continuano gli arrivi di stranieri che cercano di superare il confine di ponte San Luigi e San Ludovico, ma vengono strette le maglie delle forze dell’ordine sui treni che si spostano lungo la linea Genova-Ventimiglia. Vi sono poi gruppi di immigrati che sfuggono ai controlli e che spesso vengono trovati in vecchi casolari abbandonati sparsi nell’entroterra.