Savona. Di seguito i principali comunicati stampa diramati nella giornata di oggi in merito alle elezioni comunali di Savona.
DOMANI IL VICE MINISTRO ZANETTI A SAVONA PER FRUMENTO. Domani alle 17.30, presso la Sala Rossa del Comune di Savona, sarà presente il viceministro dell’Economia e Finanze Enrico Zanetti, insieme all’onorevole Roberta Oliaro, per partecipare al convegno “Il rilancio economico della Regione Liguria e della città di Savona”. Al convegno parteciperà anche il candidato sindaco Carlo Frumento, per la lista “Siamo Italiani di Savona”.
BRUNO (SAVONA BELLA) CONTRO DIASPRO (M5S): “VUOLE ABBATTERE FUNIVIE, MA SA DI CHE PARLIAMO?. Danilo Bruno, candidato nella lista “Savona Bella”, critica il candidato sindaco del MoVimento dopo l’assemblea sulla Margonara alla società delle Fornaci. “Vi sono stati interventi interessanti ed importanti ma mi ha colpito un passaggio dell’intervento del candidato cinquestelle a sindaco: Salvatore Diaspro. Egli tra le cose proposte ha evidenziato la possibilità di demolire la struttura del fabbricato delle Funivie al Miramare. Io spero di aver capito male o che sia solo un errore nel fervore dell’intercalare del discorso poiché altrimenti sarebbe veramente indice di poca considerazione per la storia della città di Savona trattandosi di una struttura di archeologia industriale e soprattutto area di partenza della funivia più lunga d’Europa, progettata dagli ingegneri Carissimo e Crotti e costruita intorno al 1913. Si tratta quindi di un bene primario sulla cui destinazione sarebbe opportuno discutere in altre sedi che in un momento di campagna elettorale non comprendendone il valore storico sociale soprattutto per le persone, che per decenni vi hanno lavorato e conseguentemente non capendo la possibilità di un eventuale utilizzo diverso per l’intera collettività conservandola in tutto o in parte sulla base del valore archeologico-industriale della struttura”.
RAVERA (RETE A SINISTRA) INTERVIENE SU BOMBARDIER. “In questi anni ci siamo sentiti spesso dire che il peggio della crisi economica era già alle spalle e che l’Italia sarebbe presto ripartita. Niente di più falso. Gli strascichi della crisi globale, creata da speculazioni finanziarie, si riversano sull’economia reale e sulla vita di tante persone che lavorano duramente per poter vivere dignitosamente. Senza cadere nell’analisi dei massimi sistemi, è sufficiente osservare la situazione della Provincia di Savona per capire come la tanto paventata fine della recessione sia ancora lontana dalla realtà. In tal proposito la situazione dello stabilimento di Bombardier a Vado Ligure segna una ulteriore svolta drammatica della crisi profonda che vive la nostra provincia, e la notizia della perdita da parte dell’azienda canadese della maxi commessa riguardante la produzione del treno a trazione distribuita agita nuovamente gli spettri sul ruolo del sito industriale, ormai nel mirino dei dirigenti d’oltre oceano” osserva Marco Ravera Candidato Sindaco “Rete a sinistra – Savona che vorrei”.
“Non è in gioco solamente uno degli ultimi siti industriali nella nostra provincia; ci sono centinaia di posti di lavoro che vanno tutelati, e che le amministrazioni locali e provinciale devono difendere affrontando con urgenza la tematica con il governo nazionale perché si attivi nel rilancio del sito in questione. Martedì mattina i lavoratori della Bombardier partiranno in corteo ed effettueranno una manifestazione verso Savona. Occorrono necessariamente delle politiche industriali, compatibili con l’ambiente che ci sta intorno e con la salute dei cittadini, ma che tuteli i posti di lavoro che ancora ci sono nel nostro territorio. Rete a Sinistra – Savona che vorrei esprime naturalmente la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori manifestanti, e sarà al loro fianco affinché vengano tutelate le loro esigenze e le loro aspettative” conclude Ravera.
NOI PER SAVONA SU MAERSK: “CONTRARI ALLA VARIANTE”. “Leggiamo, nelle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Vado a proposito della piattaforma Maersk e dell’ultima variante apportata al progetto, che Monica Giuliano è a conoscenza del rischio di erosione per le spiagge savonesi, ma che non ne ha mai parlato col sindaco Berruti: ‘Ne ho già abbastanza dei miei problemi’. Troviamo tutto questo assai inquietante, anche perché tra l’altro conferma, ancora una volta, l’inerzia del primo cittadino di Savona”. La lista “Noi per Savona” prende posizione in merito alla variante della piattaforma Maersk.
“Preoccupante che tra due Amministrazioni confinanti, e perdipiù dello stesso colore politico, ci sia così poca comunicazione. Il gruppo Noi per Savona è assolutamente contrario alla piattaforma, a maggior ragione con questa variante, come il nostro candidato, il geologo Mimmo Filippi, ha spiegato perfettamente. Le conseguenze di quest’opera, che presto risulterà anche inutile, dato lo sviluppo in netta trasformazione dei traffici marittimi, saranno pesantissime sia sulla morfologia della nostra costa sia sulla situazione lavorativa connessa al turismo balneare e non solo. Senz’altro metterà a rischio più dei 600 posti di lavoro di cui tanto si favoleggia”.
NOI PER SAVONA SU ATA: “VAGGI SCHIERATA? INOPPORTUNO”. “‘Nel mio tempo libero faccio ciò che voglio’. Ecco quanto dichiara la presidente di ATA, Sara Vaggi, a chi le fa notare che può essere discutibile che un presidente di una società partecipata dallo stesso Comune che sta per andare al voto faccia campagna elettorale per Cristina Battaglia.A noi pare che il presidente di un Ente a partecipazione pubblica debba essere assolutamente terzo rispetto alla competizione politica”. Lo sostiene la lista “Noi per Savona”.
“Non ci importa se fa campagna elettorale fuori dal suo orario di lavoro: riteniamo che sia del tutto inopportuno il suo schierarsi, anche fuori timbro. E quando la presidente passa al contrattacco, minacciando disservizi dovuti ai tagli previsti, non possiamo non rilevare come sia piuttosto originale, da parte sua, non porsi neppure una domanda sull’oculatezza della gestione della municipalizzata in questi anni”.
LA CANDIDATURA DI ZARGAR (PD). A spiegare i motivi della discesa in campo di Zahoor Ahmad Zargar, presidente della comunità musulmani della Liguria e del Centro culturale islamico savonese, è la moglie: “La candidatura di mio marito è nata all’improvviso, negli ultimi giorni utili. In realtà, l’ho proposto io. Lui non era favorevole perché pensava che la gente non l’avrebbe votato e che, inoltre, mettendoci la faccia apertamente, avrebbe perso i clienti del suo negozio che non hanno simpatia per il centro sinistra”.
“Io gli ho detto, come sempre, che noi non possiamo vivere solo per noi stessi ma che dobbiamo fare qualcosa per gli altri, quelli che soffrono e che hanno meno. Secondo me, infatti, sarebbe giusto che un rappresentante della comunità non italiana di origine, entrasse nelle istituzioni per rendere più forte e viva l’integrazione, per dare esempio contro il razzismo e l’egoismo. Naturalmente, noi non abbiamo bacini di voti da enti o associazioni, né siamo dentro ai misteri dei partiti. Lui può contare solo su di me, in realtà. Eppure, Zahoor potrebbe portare in Comune anche la voce dei commercianti perché, in questi anni di crisi in cui ha rischiato di chiudere la sua attività venticinquennale, ha toccato con mano quanto si continui a ignorare il problema dei negozi che falliscono, di quanti siano indebitati o non riescano a pagare le tante imposte…”.
“Noi siamo tutto il giorno sulla strada, in via Pia, e vediamo quanti ospiti delle crociere Costa vengano accompagnati a Genova o, peggio ancora, all’outlet, invece di fare qualcosa per trattenerli a Savona che pure ha tante bellezze! Con tanti turisti (sono milioni che transitano a Savona!) si potrebbe un po’ risollevare l’artigianato, il commercio, la ristorazione locale… Mio marito, infine, è una persona –come me- che si impegna nel volontariato da venticinque anni, non ha mai preso un centesimo neppure come rimborso spese. Non ha ambizioni di carriera perché non ha più l’età. Noi vediamo la sua candidatura davvero come un puro servizio alla collettività perché sia io che lui siamo felici quando riusciamo a fare qualcosa di buono per gli altri (quando si pensa solo a se stessi o a “passare il tempo”, la vita è davvero miserabile!). Tutti quelli che ci conoscono lo sanno e, facendo il volantinaggio, ho ricevuto tante e tante dimostrazioni di stima. Per questo, io personalmente trovo ingiusto che lui che, oltre a essere onesto e impegnato socialmente, ha una buona cultura ed è competente, non possa entrare nelle istituzioni per essere il simbolo di chi lavora, si comporta bene e ama questo paese. So bene che il mondo è ingiusto. Ma se pensate che io abbia ragione, aiutatemi” conclude Renata Rusca Zargar.
MATTEO PICCARDI SULLO SCIOPERO DI VADO “La manifestazione promossa dai sindacati il 31 maggio è un fatto positivo perché unisce i lavoratori attorno alla comune esigenza della difesa incondizionata del proprio diritto al lavoro. Per troppo tempo le lotte dei lavoratori in questi anni di crisi sono state divise e frammentate senza una piattaforma comune, senza comuni indicazioni di lotta. E’ il momento di voltare pagina. Nessuna crisi aziendale e o ambientale può essere scaricata sui lavoratori, sulle loro condizioni di vita e occupazionali. Il lavoro che c’è va ripartito fra tutti i lavoratori attraverso il ricorso ad una riduzione generale dell’orario di lavoro a parità di paga. Importanti settori del movimento operaio europeo come in Germania e in Francia si battono già per un orario di 30 ore settimanali vedendo in questa misura un passo indispensabile per la difesa del lavoro. E’ ora che anche il Movimento Operaio, a partire dai lavoratori delle aziende in crisi, si unisca intorno a questa rivendicazione” dice Matteo Piccardi del Pcl.
“Se i padroni capitalisti dichiarano che questa misura è incompatibile con legge e della concorrenza e del mercato vorrà dire che gli operai chiederanno la nazionalizzazione delle aziende che licenziano, senza indennizzo per i grandi azionisti e sotto il controllo dei lavoratori stessi. Il lavoro è un diritto incondizionato: se i padroni non sono in grado di garantirlo, a farlo deve essere lo Stato. Il Partito Comunista dei lavoratori, a partire da questa piattaforma, sostiene dunque tutte le azioni di lotta che la Tirreno Power e Bombardier vorranno intraprendere a tutela dell’occupazione. La grande mobilitazione in corso in Francia dà prova, una volta di più, che una mobilitazione generale del mondo del lavoro non deve necessariamente ridursi a un fatto simbolico o estemporaneo. Può trasformarsi in una vera prova di forza mirata a vincere, cioè a raggiungere i propri obiettivi, e a piegare la resistenza della controparte. Fare come in Francia è per il PCL la parola d’ordine centrale oggi propagandata nel movimento operaio italiano, sui luoghi di lavoro, all’interno dei Sindacati, per combinare la massima unità della lotta con la massima radicalità della lotta: l’unica che può strappare un reale risultato” conclude Piccardi del Pcl Savona.
BARISONE SULLO SCIOPERO A VADO L’Associazione Corrente sostiene la lotta dei lavoratori Bombardier e Tirreno Power. Giorgio Barisone, coordinatore dell’Associazione a Savona e candidato sindaco nelle liste del PCL, sarà presente domani allo sciopero a testimoniare questa solidarietà.
La deindustrializzazione in Liguria sta mietendo migliaia di posti di lavoro e la politica ha una pesante responsabilità. Per 10 anni la giunta Burlando ha mascherato dietro la bandiera dello sviluppo e dell’high tech una serie di operazioni speculative e immobiliari di cui oggi vediamo i risultati: Ferrania avrebbe dovuto rinascere, ma è ridotta a una cattedrale nel deserto; Piaggio ha incassato il nuovo stabilimento di Villanova e oggi ripaga tagliando posti di lavoro; in Tirreno Power De Benedetti è arrivato, si è fatto gli affari suoi e si è dileguato lasciando un cumulo di macerie sociali e ambientali. E ora a rischiare sono i quasi mille lavoratori di Bombardier e dell’indotto, vittime di un meccanismo perverso di liberalizzazioni e gare d’appalto, che mette i lavoratori in concorrenza tra loro e in cui, se vuoi vincere devi rinunciare a soldi e diritti e poi magari perdi comunque. E in Liguria tra un po’ ci saranno più posti barca che posti di lavoro.
In questi anni i lavoratori della Fincantieri e dell’ILVA di Genova hanno dimostrato che una reazione decisa dei lavoratori può salvare fabbriche che sembravano già spacciate. Di fronte a una politica scandalosa i lavoratori hanno un’unica alternativa: mettere in campo la loro forza. Se decideranno di farlo saremo con loro.
ALTERNATIVA TRICOLORE SU SCIOPERO VADO La segreteria Provinciale di Alternativa Tricolore sulla giornata di mobilitazione per i lavoratori della Tirreno Power comunica: “Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori abbandonati dai vertici dell’azienda con grave rischio occupazionale per il loro futuro così pure per tutti gli altri lavoratori del comparto savonese le cui aziende sono a rischio chiusura,temi scottanti per una città che cerca un’alternativa credibile dopo lo sfascio dovuto a decenni di amministrazione socialcomunista che non ha risolto ma anzi peggiorato la qualità della vita dei propri cittadini”.
“Alternativa Tricolore aveva proposto la formazione di liste civiche per tutti coloro che avevano a cuore,senza simboli di partito,di mettersi a disposizione della “politica” al fine di dare il proprio contributo per rinnovare radicalmente Savona,è così è stato grazie anche alla partecipazione di tutte le forze sociali presenti sul territorio.Alternativa Tricolore lecitamente e democraticamente ha supportato fin dall’inizio la lista civica di opposizione Vince Savona come alternativa credibile al un Pd ormai in rotta di collisione,al M5S a vocazione unicamente “protestataria”e alle sinistre estreme che vanno in piazza con i centri sociali e i migranti contestando muri,frontiere ed egoismi per cui auspichiamo dopo il 5 giugno un profondo cambiamento che dia atto alle nostre aspirazioni con la vittoria di una costituente di forze alternative di destra sociale per un serio rilancio della città” conclude Mario Troviso, Commissario Federazione provinciale Alternativa Tricolore Savona.
FRANCESCO VITULO (LEGA) LANCIA UN APPELLO “ALLA PARTECIPAZIONE E A RIAPPROPRIARSI DELLA CITTÀ”. “La fiducia nella società è quello che più manca a noi giovani”. Lo dice Francesco Viturlo, candidato nella lista della Lega Nord alle amministrative di Savona. “Stiamo perdendo il contatto con la realtà, tendiamo a chiuderci in noi stessi, in una realtà virtuale creata dallo smartphone e dalle nuove tecnologie, che impedisce di guardarsi negli occhi, di avere un contatto fisico, di scambiarsi idee ed emozioni con gli altri, ma anche con noi stessi. Abbiamo paura a prendere delle decisioni, in quanto diventa difficile capire fra le molte alternative possibili qual è la più adatta a noi.”
“Come giovani, dobbiamo però essere consapevoli che per realizzare le nostre aspirazioni, bisogna avere coraggio, autodisciplina, sacrificio, capacità di perseverare quando le cose sono difficili, come in questi momenti. Dobbiamo avere fiducia nella città e la città deve avere fiducia in noi giovani. Dobbiamo investire le nostre fatiche e idee nel nostro territorio, in attività sane, la nostra vita deve poter rimanere a Savona”, rimarca Vitulo.
“Tuttavia c’è bisogno di una città dove ci sia una maggior percezione della sicurezza, quale fattore indispensabile per uscire dall’isolamento, ma anche come attrattiva per nuove attività, per il turismo.In una città a misura di famiglia, come intende il nostro capogruppo Massimo Arecco, il fattore sicurezza diventa un discriminante essenziale che dev’essere affrontato in tempi brevi, per dare risposte ed una migliore qualità della vita ai notri cittadini,con particolare riguardo a donne, minori e anziani, che sono coloro che necessitano un più alto grado di attenzione”.
Conclude Vitulo: “La possibilità di avere in tempo reale,con la videosorveglianza, dati ed immagini, costituisce un ottimo strumento di prevenzione e tutela del nostro patrimonio culturale ed urbano, in grado di offrire un certo grado di fiducia e ordine negli spazi di vita comune. Spazi che attualmente sono abbandonati a se stessi e presidiati solo dalle poche attività commerciali rimaste.”