La testimonianza

Indagato il cardinale Calcagno: “Sono sereno per il lavoro svolto”

Operazioni dubbie iniziate nel 2004 e andate avanti almeno fino al 2009 fino a quando il vescovo Lupi ha messo il naso nella faccenda decidendo di commissariare l'ente

Calcagno

Savona.”Sono sereno per il lavoro svolto”. Indagato per malversazione in concorso non si scompone. Risponde al primo squillo di telefono Domenico Calcagno, ex vescovo di Savona, oggi cardinale e ministro dell’Economia vaticana. E’ coinvolto in un’inchiesta aperta a Savona dal pm Chiara Buttiglione. “Sono in una riunione, mi dica pure”. “Sua eccellenza sa di essere indagato dalla magistratura italiana? alla domanda del cronista di Ivg risponde senza esitazione. “Dicono che sia finito sotto inchiesta per questioni risalenti al periodo in cui ero vescovo a Savona”, aggiunge.  l’ex presule della città della Torretta che solo poche settimane fa era ritornato a Savona per partecipare alla messa solenne per Nostra Signora di Misericordia si dice sicuro di aver fatto tutto per bene: “Confido nell’operato della magistratura. Attendo fiducioso l’evolversi della vicenda”.

Nessuna delle operazioni oggetto di indagini nella diocesi di Savona è in “alcun modo collegata con il patrimonio vaticano e con gli incarichi ricoperti dal cardinale Domenico Calcagno all’interno della Santa Sede”. Arriva una precisazione in ambienti vaticani. Si fa presente che ciascun istituto diocesano ha un proprio presidente e un Cda, che “prende le decisioni e se ne assume la responsabilità. Rispetto ad esse, il vescovo ha solo compiti di vigilanza e di autorizzazione per gli atti straordinari”. Tali operazioni si riferiscono, sottolineano le stesse fonti, “principalmente ad un periodo successivo al 2007, anno in cui il card. Calcagno lascio l’ufficio di vescovo di Savona”.

Sarà, ma ora c’è il suo nome negli incartamenti della Procura e non è da solo. Oltre a lui figurano anche altre tre persone don Pietro Tartarotti, fino al 2014 presidente dell’Ente ed ora parroco alle Fornaci; Gianmichele Baldi, vice presidente fino ad ottobre 2013 e da sempre personaggio molto vicino alla chiesa locale, e suo figlio Gianmarco. Si parla di un ammanco di alcuni milioni di euro nel bilancio dell’Istituto per il sostentamento del clero di Savona.

Il reato ipotizzato dal pm è quello di malversazione. Studiando le carte ed ascoltando gli addetti ai lavori sarebbe saltato fuori anche il nome del cardinale Calcagno. Un’indagine “riservata” ma con elementi di prova raccolti passo passo dalla magistratura. Sarebbe emerso che i due, dopo aver ottenuto l’avvallo dell’ex vescovo Calcagno, si sono lasciati andare in un’attività immobiliare che poi avrebbe contribuito, insieme ad altri investimenti, a mandare in corto circuito i bilanci dell’ente. Situazione che alla fine avrebbe costretto i vertici romani a cassare i bilanci.

Il ruolo di operatori immobiliari non si sarebbe rivelato idoneo né a don Pietro e al suo vice. E sarebbe stata proprio la vendita di un alloggio a condizioni di favore a mandare nei guai Gianmarco Baldi, figlio di Gianmichele. Una serie di operazioni dubbie iniziate nel 2004 e andate avanti almeno fino al 2009 fino a quando il vescovo Lupi ha messo il naso nella faccenda decidendo di commissariare l’ente. Calcagno è pronto a chiarire ogni dubbio ai magistrati. Non è dato sapere però quando e sarà interrogato a Savona. 

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