Varazze. Cioccolata e crostate regalate dai poliziotti, sorrisi e selfie con le guardie svizzere in Vaticano, ma anche emozioni, gioia e voglia di riprovare altre avventure. Andrea Giana, il ciclista che ha cavalcato una bici del tutto particolare questo pomeriggio è arrivato a Gaeta, dopo 700 chilometri di pedalate.
Una missione personale per assaporare la libertà di un ventenne che voleva conoscere le città viste solo nei libri di scuola: la torre di Pisa, il Vaticano, Civitavecchia, Nettuno e Gaeta. Ma non tutto è andato liscio in questa settimana di “Overland tirrenica”. “E’ così – racconta un po’ stanco, ma felice di aver alzato le braccia al cielo al traguardo di Gaeta – Ho dovuto modificare il percorso perché alcune strade sono off limits alle bici. Rischiavo di essere multato. Ho dovuto per prendere il treno e ricominciare a pedalare”.
L’emozione più grande per Andrea è stata quando domenica scorsa sono entrato a piazza San Pietro. “Mi si è stretto il cuore, sono rimasto a bocca aperta per la straordinaria bellezza di quel luogo – ricorda il ciclista di Varazze – Ho parlato con persone, conosciuto i pezzi grossi della Santa Sede, ho dormito in un convento dei suore sulle mura del Vaticano, ho fatto foto ricordo con le guardie del Papa. Un’esperienza per me indimenticabile che conserverò tutta la vita”.
Pedalare è la passione di Andrea. Alla sua età si pensa alla moto e alla macchina. Quando può il ventenne di Varazze, invece, sale in bici e comincia a correre. Per l’avventura Varazze-Gaeta ha utilizzato una “tall bike”, una bici con doppio telaio. Non è roba da poco. Sembra di essere sui trampoli o su una di quelle vecchie bici d’epoca che si vedono nei film di Chaplin. “Anche per stare lassù ci vuole un po’ di allenamento – sorride Andrea – Se non sei capace rischi di cadere e di sbucciarti le ginocchia”.
Per Andrea, corridore nel sangue fin da bambino, pedalare è passione, amore e divertimento. Per partecipare al Festival dei Giovani in programma domani i suoi coetanei sono andati a Gaeta in treno o in auto. Lui in bici. “Volevo vivere l’emozione di sentirmi libero, di vivere l’Italia, Paese meraviglioso che non tutti conosciamo – dice Andrea – Qualcuno dirà che sono un matto, ma quel che conta è che questa esperienza mi ha fatto crescere. Conserverò tutto nel mio cuore anche quelle cioccolate e le crostate che i poliziotti mi hanno donato per farmi forza nel cuore e nelle gambe per raggiungere la meta”.