Come nel calcio

Savona 2016, Parino: “Io, Arecco e Caprioglio la ‘nazionale’ del centrodestra. Vinceremo con la semplicità”

Il candidato di Fratelli d'Italia: "Sceglieremo il migliore, e gli altri saranno al suo fianco. Conta solo vincere per liberare Savona dal malgoverno"

Savona. “Diciamo che in questo momento stiamo facendo le convocazioni per la nazionale che andrà a giocare gli europei”. Usa una metafora calcistica Alessandro Parino per spiegare la situazione che si sta venendo a creare nel centrodestra savonese: dopo mesi alla ricerca di un nome unico su cui convergere, nel giro di tre giorni sono venute alla luce addirittura tre candidature.

Sabato la Lega Nord ha annunciato ufficialmente Massimo Arecco (già da tempo individuato come candidato di bandiera); ieri Fratelli d’Italia ha replicato rilanciando la candidatura di Alessandro Parino (che fu il primissimo candidato a farsi avanti, addirittura un anno fa). Nel mezzo Forza Italia, ufficialmente in silenzio ma in realtà, secondo diversi “spifferi”, ormai orientata a proporre una soluzione esterna individuata in Ilaria Caprioglio.

Da zero a tre nel giro di due giorni: chiaro che alla fine il candidato dovrà essere uno solo. Chi dei tre la spunterà? “Siamo una squadra che ha diversi elementi in grado di concorrere a questa competizione elettorale – spiega Parino – e qualunque candidato sceglieremo sarà 100.000 volte migliore di coloro che hanno amministrato e governato Savona, e che adesso provano a riproporsi attraverso Cristina ‘Manfrina’ Battaglia”. La chiama proprio così, “Manfrina”, “perché dietro di lei ci sono appunto le persone che hanno malgoverno la città come Federico Berruti e Carlo Ruggeri negli ultimi 20 anni”.

Parino rigetta le critiche, spiegando come la pluralità di candidati sia un vantaggio e non un sintomo di confusione. “Pensiamo a come è avvenuta la nomina di Battaglia – spiega – è stata scelta all’interno delle stanze del Pd, creando guerra all’interno del partito stesso, senza che questa persona (che io non conosco) abbia compiuto un percorso politico e amministrativo e abbia dato qualcosa alla sua città. Io e Arecco invece abbiamo tenuto alta in questi anni la bandiera dell’opposizione in consiglio comunale, e quindi a maggior ragione e con una grande spontaneità usciamo allo scoperto e ci mettiamo la faccia. Poi ripeto, si sceglierà tra noi il candidato migliore: però è chiaro che il nostro metodo spontaneo viene inevitabilmente messo a paragone con quello della sinistra, e credo che risulterà vincente”.

Un punto è quindi chiaro: alle elezioni si andrà uniti, su questo non ci sono dubbi. Per cui alla fine il candidato sarà uno solo, mentre gli altri (come fu per Rixi alle regionali) saranno chiamati a rientrare nei ranghi. “Non sarebbe un passo indietro, ma un passo affianco – chiarisce però Parino – io credo che qualunque candidato sceglieremo gli altri saranno al suo fianco per vincere. C’è un obiettivo fondamentale che è liberare Savona dal malgoverno della sinistra. Quando ho iniziato a fare politica una persona mi insegnò che alla politica bisogna applicare quella famosa regola, ‘primus vincere diede philosophari’. Per noi è fondamentale vincere per restituire ai savonesi una città più decorosa, più pulita, più dignitosa e meno oberata di debiti: dopo avremo tutto il tempo di fare discorsi”.

In ogni caso il centrodestra parte in svantaggio, o almeno così narra la storia della città. Come recuperare terreno? Parino ricorre nuovamente ad una metafora calcistica: “La Juventus di inizio campionato era quasi in zona retrocessione e adesso è in testa al campionato…”. Certo, ma la Juve poteva contare sui suoi campioni: il centrodestra i campioni li ha? “Beh, io probabilmente sono un fantasista come Dybala, Massimo Arecco è una punta e Ilaria Caprioglio è una che può mettere tanta grinta, tanta corsa e tanto fiato – chiarisce Parino – A parte le metafore calcistiche, nonostante l’apparente svantaggio ricordo che alle regionali comunque a Savona Toti prese qualche voto in più di Paita e dei grillini… Recupereremo l’eventuale svantaggio con un gioco semplice, partendo dalle cose di buonsenso, facendo un ‘gioco’ quadrato, essenziale e lineare. A Savona c’è bisogno di semplicità, di buonsenso, di una buona amministrazione semplice e senza tanti giri di parole, non un’amministrazione confusa come è stata quella degli ultimi anni di Berruti”.

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