Bagarre

Forza Italia chiede il crocifisso in consiglio regionale: il Pd abbandona l’aula

Forza Italia: "Il crocifisso esprime valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di libertà, di solidarietà umana"

Regione. Il centro-destra propone di affiggere il Crocefisso nell’aula del consiglio regionale e nella sala scoppia il caos e il Pd lascia la seduta.

Bagarre questa mattina durante il consiglio regionale della Liguria. A scatenarla l’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Forza Italia Angelo Vaccarezza e sottoscritto da gran parte dei consiglieri di centro-destra con cui si richiedeva l’affissione permanente del crocefisso nell’aula del consiglio.

L’ordine del giorno è stato sottoscritto da gran parte dei consiglieri di centro-destra: Claudio Muzio (Forza Italia), Matteo Rosso (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale), Andrea Costa (Gruppo Misto – componente Ncd – Area Popolare), Laura Lauro (Giovanni Toti Liguria), Alessandro Piana (Lega Nord), Alessandro Puggioni (Lega Nord), Franco Senarega (Lega Nord), Stefania Pucciarelli (Lega Nord), Giovanni De Paoli (Lega Nord).

“L’ordine del giorno – si legge nel documento – di fatto segue quanto sottolineato dal consiglio di stato: il crocifisso esprime in chiave simbolica i valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di libertà, di solidarietà umana che connotano la nostra civiltà. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, inoltre, riconosce in esso un simbolo identitario e non solo religioso”.

“Nella sala consiliare della Regione Liguria – sostiene Vaccarezza – deve esserci il crocifisso. E’ simbolo della civiltà e della cultura cristiana, ma anche elemento essenziale e costitutivo, quindi irrinunciabile, del patrimonio storico della nostra Nazione. La sua presenza è, dunque, un segno di libertà, diritti, di quelle radici cristiane che sono alla base della storia e della tradizione italiana ed europea”.

Di diversa opinione il gruppo Pd, che ha abbandonato l’aula in segno di protesta: “Questa non è la richiesta di Bergoglio ma di una destra becera che vuole dividere. E noi non ci prestiamo a strumentalizzare un simbolo così importante a fini di parte politica – ha detto il capogruppo Raffaella Paita – Vogliono utilizzare il simbolo più potente della storia umana per dividere anzitutto i cristiani. Molti di noi sono cristiani e hanno rispetto per tutto ciò che riguarda la religione, ma queste aule devono rispondere al principio della laicità delle istituzioni e dello stato e l’unica legge che deve regnare sovrana in questi contesti è quella della costituzione”.

Il Pd al momento del voto è uscito dall’aula, cinque i voti contrari: Movimento 5 Stelle e Gianni Pastorino (Rete a Sinistra). L’ordine del giorno è passato coi voti favorevoli di 15 consiglieri.

Il consigliere regionale Franco Senarega (Lega Nord) ha votato a favore dell’iniziativa consiliare che prevedeva l’affissione del crocifisso in aula: “Nonostante sia ateo – dice Senarega – ho votato sì, perché il crocifisso non è soltanto un simbolo di fede, ma rappresenta la nostra identità culturale profonda. Ci sono polemiche che nascono, si sviluppano, crescono, ma non muoiono mai e sono destinate a scuotere l’opinione pubblica. Ritengo quindi che il crocifisso rappresenti valori universali in cui mi riconosco”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Rosso dice: “Siamo soddisfatti per l’approvazione dell’ordine del giorno, promosso dal collega Vaccarezza e che abbiamo condiviso con grande convinzione sin da subito, perché, al di là delle strumentalizzazioni politiche assunte dalla minoranza, riteniamo che il crocifisso sia il simbolo universale dei valori di libertà, uguaglianza e tolleranza. Un simbolo che unisce e che sta alla base della nostra costituzione come già il presidente della Repubblica Ciampi, di certo più vicino alla sinistra che non alla nostra parte politica, aveva ricordato in un suo discorso”.

“Il crocifisso rappresenta e sintetizza i valori in cui i cittadini che rappresentiamo credono e che noi condividiamo profondamente – spiega Rosso – con oggi abbiamo posto un tassello fondamentale di quel percorso, intrapreso fin dall’inizio del nostro mandato, di recupero dei valori fondamentali della nostra società e che oggi corrono il rischio di essere dimenticati. Dopo l’approvazione della legge contro la diffusione delle teorie gender nelle scuole e la legge sulla famiglia, pensiamo che con oggi abbiamo di aver ulteriormente ribadito la nuova sensibilità che questa maggioranza ha nei confronti dei valori cristiani, in cui affonda le proprie radici la nostra cultura e la nostra società”