Giustenice. Nessun soggetto regolare e formalmente idoneo pare dimostrare ad oggi interesse e così il bando per la gestione della Cascina Porro a Giustenice è andato deserto. Dopo i tanti anni trascorsi dal suo “acquisto” da parte del Comune di Giustenice, dopo la lunghissima trafila in capo alla Ex Comunità Montana del Pollupice e dopo la tanto attesa gara ecco la doccia fredda…” afferma il capo gruppo di opposizione Ivano Rozzi.
“E che dire di quei soggetti che tanto si prodigarono con enfasi e tanto desiderio perché quel progetto integrato e in particolare quella cascina potesse tornare all’antico splendore oggi sono ancora attivi nel panorama del paese. Ma, guarda caso , anche se l’ambiente, rispetto al passato, ha assunto un ruolo ancor più importante nella coscienza di molti di noi, nessuno pare avere interesse a investire nella Cascina Porro e a quanto pare neppure decisamente nelle altre strutture”.
“E pensare che quel “benedetto” progetto integrato chiamato Sistema Locale per lo sviluppo del Turismo Ambientale, a cui partecipavano altri Comuni con altre strutture, costò almeno 2,1 mln di euro di denaro pubblico e la Cascina Porro, concorse con 410 mila euro. Negli anni successivi all’acquisto e fino ai giorni nostri, quindi per alcuni decenni, furono fatte molte altre spese e altre ne seguiranno” aggiunge ancora l’ex sindaco di Giustenice.
“Ovvio pensare che un investimento di tal portata trovasse ragioni di interesse pubblico superiori, peraltro indicate nel progetto originale poi abbandonato e con un mutuo ancora acceso. Sono alcune migliaia di euro, non molti in un bilancio di un grande comune ma significativi nel nostro, che è carente di aiuto alla locazione, di aiuto alle difficoltà sociali in crescita, pressoché inesistente il capitolo aiuto alla scuola o all’integrazione alle pensioni minime”.
“Da sindaco prima e da minoranza ribadisco che quello di gettare un sacco di denaro pubblico in quella impresa fu una scelta infelice e sconveniente, dettata da ragioni economicamente già allora non sostenibili. Anche se feci il possibile da Sindaco, perché la questione potesse definirsi il più rapidamente e a minor danno per il Comune: oggi ci si ritrova ad affidare un bene costato come una pensioncina sul mare senza resa e con continui apporti dalle finanze dei cittadini. Noi avevamo dato la nostra disponibilità ad aiutare il Comune in questa fase di difficile formulazione del bando e della proposta di gestione, ma ci fu risposto picche” conclude Rozzi.