Savona. In una riunione-lampo che i ben informati dicono essere durata all’incirca 5 minuti, questa mattina la giunta savonese ha approvato il bilancio consuntivo per il 2015, che ieri ha ottenuto l’approvazione dei revisori dei conti del Comune. Il via libera è arrivato in tarda serata, cioè intorno alle 19.30, quando i tre revisori hanno dato il loro benestare ai conti fatti dagli uffici comunali, ritenendolo perfettamente in linea con le prescrizioni del Patto di Stabilità e conforme a quelle che sono le necessità economiche dell’Ente.
Nonostante l’adunata fosse stata convocata per tempo, all’appello mancavano il sindaco Berruti e l’assessore al bilancio Luca Martino. Sollecitato a presenziare ad una riunione che vedeva una delle pratiche del suo ufficio, Martino avrebbe giustificato la propria assenza dicendo di essersi “dimenticato”.
Passato al vaglio della giunta il rendiconto dell’anno passato, ora resta da approvare il bilancio di previsione per l’anno in corso. Secondo alcune “voci di palazzo” questo potrebbe essere presentato già martedì prossimo. Ma la data è tutt’altro che confermata.
Per quanto riguarda questo secondo conto, le scelte dell’amministrazione comunale sono ancora piuttosto nebulose.
Da una parte, infatti, è possibile che il bilancio sia quello “ridotto all’osso” in elaborazione già da qualche mese, mentre dall’altra è possibile sia un documento “da lacrime e sangue” che prevederebbe l’azzeramento totale di ogni capitolo di spesa comprimibile.
Che le casse siano in sofferenza è un dato di fatto confermato dallo stesso assessore Luca Martino: lungo il sofferto iter per arrivare a un bilancio previsionale che stesse in piedi più volte erano state applicate riduzioni, compreso l’ormai famoso “taglio del 14 per cento” imposto a tutti gli assessorati. Fin da subito era parso chiaro, però, che anche quelle misure non sarebbero bastate e che la riduzione definitiva sarebbe stata superiore.
L’amministrazione punta tutto sulla possibile proroga al 31 luglio, che però ad oggi non c’è: se non dovesse arrivare, tuonano le minoranze, il bilancio preventivo andrebbe per forza approvato a fine aprile; l’alternativa sarebbe il commissariamento “ad acta”.