Savona. Si è chiuso con una doppia assoluzione “perché il fatto non sussiste” il processo che vedeva a giudizio con la gravissima accusa di violenza sessuale su una quindicenne una coppia savonese. La sentenza è stata letta questa mattina dal Collegio del tribunale dopo che, nella scorsa udienza, anche il pm Chiara Venturi aveva chiesto l’assoluzione per entrambi gli imputati.
Il rinvio a giudizio era scattato perché, secondo la Procura, il compagno della mamma della presunta vittima, aveva abusato della ragazzina. La donna era stata accusata a sua volta perché secondo gli inquirenti, pur essendo a conoscenza di quello che accadeva, non avrebbe fatto nulla per impedirlo.
Una contestazione che la coppia, assistita dagli avvocati Paolo Foti, Amedeo Caratti, Massimo Badella e Raffaella Rizzo, aveva però sempre respinto. Nel corso del processo, che vista la delicatezza è sempre stato celebrato a porte chiuse, la difesa ha sempre sostenuto che non c’erano riscontri sui gravissimi episodi denunciati dalla ragazzina (la stessa ragione per la quale il pm aveva chiesto l’assoluzione per mancanza di elementi probatori “forti”). In particolare i legali degli imputati hanno contestato la credibilità dei racconti della quindicenne che avrebbe fornito nel corso degli interrogatori versioni non collimanti.
Il caso dei presunti abusi era emerso nel 2011 quando la ragazzina, confidandosi con alcune compagne di scuola, aveva raccontato che il patrigno di aver abusato di lei (si parla di toccamenti, ma anche rapporti completi). Le amiche l’avevano poi convinta a raccontare tutto ed erano partite le indagini. Nei confronti dell’uomo e della madre della ragazzina non era scattato nessun provvedimento cautelare, ma la bambina era stata allontanata da casa.