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Sequestro lampo nell’ex convento di San Fedele: riesce a liberarsi scrivendo Sms alla fidanzata fotogallery

A liberare la vittima e arrestare l'aguzzino i carabinieri della compagnia di Albenga

Albenga. E’ stato sventato grazie agli Sms che la vittima è riuscita ad inviare alla fidanzata il “sequestro lampo” messo in atto ieri pomeriggio da un algerino nei confronti di un ecuadoriano.

Tutto è cominciato quando una ecuadoriana residente a Quiliano ha denunciato ai carabinieri di Savona il rapimento del fidanzato e convivente, un suo connazionale. La donna ha mostrato ai militari gli Sms che il fidanzato era riuscito a inviarle di nascosto dal suo aguzzino. Nei messaggi erano contenute informazioni precise circa le modalità e il luogo di detenzione, che era un edificio abbandonato nella zona di Lusignano.

I carabinieri savonesi hanno subito girato la segnalazione ai loro colleghi del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Albenga, che (conoscendo bene il territorio in cui operano) sono riusciti facilmente ad individuare il possibile luogo del sequestro, cioè l’ex convento di Lusignano, rifugio di fortuna di clochard e tossicodipendenti.

Nel giro di un’ora vittima e carceriere sono stati rintracciati e trasferiti in caserma, dove sono iniziate le indagini (poi completate dalla procura della Repubblica di Savona) per ricostruire la vicenda.

Sequestro lampo nell'ex convento di Lusignano

Secondo quanto accertato, con uno stratagemma l’algerino è riuscito a portare la vittima fino all’ex convento. Dopo averlo picchiato e minacciato con un coltello da cucina (poi rinvenuto e sequestrato dai militari) lo ha immobilizzato su una branda legandogli polsi e caviglie con alcune fascette di plastica. Il giorno dopo il giovane ecuadoriano è riuscito a liberarsi e a dare l’allarme approfittando di un momento di assopimento del nordafricano.

Secondo quanto accertato, dietro il sequestro ci sarebbero ragioni di droga: agli occhi del rapitore, infatti, la coppia sarebbe stata colpevole di avergli sottratto un grosso quantitativo di stupefacente di “droga nera”, cioè l’eroina.

Sequestro lampo nell'ex convento di Lusignano

In arresto in flagranza di reato è quindi finito Mouhamed Alì Kassraoui, 46enne algerino conosciuto anche con il nome di Carlos o Tyson (forse per la sua vaga somiglianza con il famigerato pugile). Deve rispondere delle accuse di sequestro di persona e estorsione.

Subito dopo il fermo, l’uomo è stato interrogato dal Pm di turno Chiara Venturi. L’audizione è servita a fare luce sul movente del sequestro, legato appunto al mondo dell’eroina. Kassaroui è già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali di spaccio proprio di questo tipo di stupefacente.

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