
L’ACCUSA.
L’accusa di X è che, a causa dei derivati, di errati investimenti e di entrate minori del previsto (inerenti ad esempio alla tassa sui rifiuti), il “buco” nel bilancio sia ormai diventato insostenibile. Un risultato al quale si sarebbe giunti a causa di alcuni “escamotage” adottati in passato per far quadrare il bilancio previsionale.
Urge nuovamente chiarire: un minimo di “finanza creativa” per un Comune è normale, anzi quasi necessaria per operare in modo più pratico. Un esempio: se voglio avere la possibilità di rifare marciapiedi per 2 milioni di euro, inserisco quell’importo nelle spese e prevedo di incassare, chessò, 2 milioni in più del solito dagli oneri di urbanizzazione. Il che non significa che accadrà davvero: mi permette semplicemente, man mano che incasso denari, di spenderli effettivamente nella sistemazione dei marciapiedi.
Il giocattolo si rompe, però, quando io spendo comunque quei soldi prima di incassarli: se poi non arrivano (ad esempio perché l’introito dei parcheggi era sovrastimato), allora sono guai. Qualcosa di simile, secondo X, sarebbe successo a Savona: le previsioni sballate del 2015 avrebbero portato all’impossibilità di approvare il bilancio preventivo 2016.
Uno scenario non solo al momento impossibile da dimostrare (quel bilancio va ancora approvato), ma anche smentito in parte dall’approvazione in giunta del bilancio consuntivo 2015. Tutta la faccenda, però, prende il via da alcuni “indizi”: vediamo quali.
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