Savona. Comunque vadano queste primarie, comunque finiscano le elezioni, difficilmente, molto difficilmente tornerà a scorrere buon sangue tra Livio Di Tullio e Fulvio Briano. Che il vicesindaco non fosse molto amato da una frangia del suo partito era risaputo, che avesse contrasti con i vertici anche, ma l’arrivo delle elezioni ha definitivamente scoperchiato una pentola in ebollizione: il segretario del Pd Briano non ha mai creduto completamente nelle potenzialità di Di Tullio come candidato sindaco, e la “Battaglia” per trovare un’alternativa ha definitivamente lacerato i rapporti tra i due.
I toni però, all’inizio, si erano mantenuti quantomeno accettabili: un diverbio frizzante, ma tra “compagni”. Negli ultimi giorni, però, le fessure stanno diventando voragini, e lo scontro tra i due sempre più acceso. Galeotte in questo caso due interviste rilasciate negli ultimi giorni dal candidato sindaco ai media, nelle quali ha lanciato più di un’accusa nei confronti dei vertici del Pd provinciale. Parole che hanno mandato su tutte le furie Briano, che ha deciso di rispondere punto per punto: sui social, ovviamente.
Il sindaco di Cairo nega di aver mai tentato di “imporre” la candidatura di Cristina Battaglia: “Ho fatto una proposta per bypassare le primarie ed evitare i rischi che elezioni così ravvicinate con quelle regionali evidentemente fanno correre al partito in elezioni così delicate come quelle di Savona. Cristina Battaglia era una proposta unitaria che non è stata accolta soprattutto dal partito della Città di Savona e sono state decise le primarie. Io continuo a non essere d’accordo (spero legittimamente) ma mi sono adeguato”.
Briano nega anche di aver “bocciato” Di Tullio a casa della presunta resistenza da parte di quest’ultimo a eventuali compromessi: “A parte che nè io, nè, per quanto è a mia conoscenza altri dirigenti del PD hanno offerto alcunchè a Livio Di Tullio per desistere nei suoi intenti, la resistenza era ed è legata all’analisi della situazione politica savonese e alla consapevolezza che la sua candidatura, se vincente alle primarie, incontrerà forti difficoltà di espansione del proprio elettorato soprattutto se saremo costretti al secondo turno e quindi al ballottaggio. Un dirigente serio, in un partito serio, si comporta in questo modo“.
Un dirigente serio, si definisce Briano: apriti cielo, Di Tullio replica a stretto giro di posta con un messaggio dai toni ancor più polemici. “Un segretario di un partito politico che riesce nel capolavoro di non convocare da MESI gli organismi dirigenti, che quando decide di convocare la Direzione lo fa per metterne una parte contro l’altra, che non incontra per MESI se non sporadicamente i possibili alleati, che gironzola per MESI in ogni studio professionale della città per trovare un candidato, che poi gli arriva un suggerimento esterno e ne trova finalmente uno a Genova, prova ad imporlo, non ci riesce, corre a Roma a frignare e poi si trova comunque a fare le primarie a soli 2 MESI dalle elezioni, riuscendo a creare tutte le potenziali condizioni per una sconfitta dovrebbe solo stare zitto“.
“Lasciamo perdere e pensiamo al bene della nostra Città”, chiude Di Tullio. Già, il bene di Savona: speriamo che in tutti questi scontri verbali non si perda di vista quello che dovrebbe essere l’unico vero obiettivo. Certo ad oggi è difficile immaginare un appoggio sicuro e incondizionato da parte del Pd ad una ipotetica giunta Di Tullio, anche alla luce della pronta controreplica di Briano: “Io fossi in Livio non mi preoccuperei molto di quello che dico io solo perché sono il Segretario Provinciale del PD, da quello che so anche su questa carica un paio di promesse le ha già fatte per cui sarà ben messo per il futuro…”.
Segui a questo link lo “storytelling” di IVG con tutti i messaggi social sulle primarie savonesi